Mons. Forte: quello di Benedetto XVI è uno straordinario magistero di fede
“Un uomo di Dio”: così mons. Bruno Forte arcivescovo di Chieti Vasto, tratteggia
la figura di Benedetto XVI. Al microfono di Tiziana Campisi, il presule si
sofferma sull’eredità che il Papa, ora emerito, lascia alla Chiesa e al prossimo Successore
di Pietro:
R. - Io insisto
nel dire che Benedetto XVI è stato il Papa dell’assoluto primato di Dio e della fede.
E' il Papa che ha voluto riformare in chiave spirituale la Chiesa: così è stato, per
esempio, di fronte alle ferite della pedofilia o del "Vatileaks", ma così è stato
anche nel suo messaggio positivo. Le sue Encicliche sono centrate sui temi della vita
teologale, la speranza e la carità: ne era in preparazione anche una sulla fede. Si
può dire che tutto il suo magistero è stato uno straordinario magistero di fede. Dunque,
il Papa che verrà eredita questa mistica, che peraltro è - non diversamente da quella
di Giovanni Paolo II - una mistica del servizio, una mistica però parimenti legata
al primato dell’amore.
D. - Cosa dobbiamo ancora capire di Benedetto XVI?
R.
- Io credo che Benedetto XVI sia molto più semplice di quello che, a volte, i media
hanno voluto presentare: è un uomo di Dio, è un uomo che vuole che la Chiesa piaccia
a Dio e tutte le sue scelte si comprendono in questa luce di assoluta libertà, di
assoluta trasparenza, derivante dal confrontarsi con l’unica misura per cui valga
la pena di vivere e di morire, che è quella della volontà di Dio. Se non si capisce
questo, Papa Benedetto resta un enigma incomprensibile, come forse lo è stato per
tanti. Ora, forse proprio grazie alla rinuncia, a molti si sono aperti gli occhi e
la verità luminosa della fede di questo Papa è emersa come un messaggio di vita e
di speranza per la Chiesa e per il mondo intero.
D. - Come accompagnerà i
suoi fedeli in questa particolare stagione, che la Chiesa sta vivendo?
R. -
Ho cercato di testimoniare a tutti una grande serenità e una grande fiducia. Mi sembra
che il Conclave che si sta per vivere, sarà un Conclave di una sorpresa che probabilmente
stupirà il mondo, ma che però darà anche il segnale di quello di cui la Chiesa ha
veramente bisogno e ci aiuterà a percorre le vie, antiche e nuove al tempo stesso,
che il Signore apre per la sua Chiesa.