"Maddalena profuga per sempre", nel libro di Graziella Carassi vicende personali s'intrecciano
con la storia di un popolo
E’ stato presentato giovedì sera nella sede del Rotary Club Castelli Romani, a Castel
Gandolfo, il volume: “Maddalena, profuga per sempre” di Graziella Carassi e
pubblicato da Andrea Livi Editore. Al centro del libro, alla sua seconda edizione,
le vicende di una giovane, Maddalena, che, sfollata nel 1915 a causa della guerra
da Gorizia, sua città d’origine, per tutta la vita andrà alla ricerca di un approdo
sicuro apparentemente solo concreto, ma in realtà soprattutto psicologico e affettivo.
Da Gorizia ad Offida, nella Marche, poi a Roma e ancora a Gorizia, fino al ritorno
definitivo nella capitale. Intorno alla sua storia, la Storia con la “S” maiuscola.
Notevole la documentazione che arricchisce il racconto, fatta di foto d’epoca, memorie,
lettere. Adriana Masotti ha incontrato l’autrice e le ha chiesto com’è nato
in lei il desiderio di scrivere di Maddalena:
R. - Io ero
diventata molto amica di Maddalena perché ero la figlia di una sua cara amica di scuola,
quindi ritrovava - attraverso me - anche i sapori e gli odori della terra che l’aveva
accolta quando era bambina. Il mio dispiacere profondo è stato quando lei è morta
- il primo gennaio dell’anno 2000 - ed io avendola chiamata il pomeriggio non sono
riuscita a parlarle, perché dalle varie indagini, si è saputo poi che è morta intorno
a mezzogiorno. Quindi è come se questa morte mi avesse colto un po’ di sorpresa, come
inadempiente nei suoi confronti. Questa cosa mi ha dato tanta tristezza, e quindi
questa scrittura nasce dal desiderio di voler far proseguire, quasi, la sua vita.
Inizialmente, ho scritto la sua storia soltanto dal punto di vista psicologico, affettivo...
come se io potessi far proseguire la sua storia dandole un compimento. Poi, attraverso
lo sguardo minimale di questa ragazza e della sua famiglia, ho potuto ricostruire
tutto il tessuto storico di un lungo periodo e di diverse regioni italiane.
D.
- Il volume è infatti un intreccio tra piccole storie e grande Storia. Tutto il secolo,
dal 1900 al 2000, viene evocato attraverso gli spostamenti di Maddalena. Quindi è
un ripercorrere la storia d’Italia in quel secolo...
R. - E’ così, perché poi
Maddalena essendo così discreta, quando raccontava degli eventi di tipo storico, non
parlava di se stessa, ma ci si inseriva marginalmente. Diceva:”Graziella scrivi tutto
quello che ti dico! Questa è storia di Gorizia, di Offida, di Roma. Posso dire, storia
d’Italia!” Ed io dicevo: “Maddalena! Che esagerata!” Ed invece era proprio così, perché
attraverso il suo occhio, io ho potuto proprio ricostruire la storia d’Italia: ovviamente
la Prima Guerra Mondiale – perché lei l’ha vissuta a Gorizia e poi anche ad Offida
– la Spagnola...
D. - Poi la Seconda Guerra, il Fascismo...
R. - Si,
la Seconda Guerra e il Fascismo... ma anche l’emigrazione verso l’America del Nord,
quella verso l’Argentina. Poi eventi importanti di Offida, ad esempio un terremoto
molto grave, ed anche la Resistenza.
D. - Vorrei porre l’accento su un elemento
che emerge dal libro: l’ingiusta disparità esistente tra l’essere umano e le cose
destinate a sopravvivergli, almeno nell’esistenza terrena. Questo è uno dei sentimenti
che lei fa trasparire...
R. - Si, questo è un sentimento molto angoscioso che
io provo sempre andando nel mio paese di origine, di fronte a queste magnifiche costruzioni,
palazzi, come ad esempio il Palazzo comunale con la merlatura… ecco, immagino i miei
antenati che lo guardavano probabilmente dal mio punto di vista. Quindi c’è questo
sentimento, di questo paese intatto da cui mancano però le voci, i suoni, i colori
delle persone che un tempo lo avevano abitato, e che io attraverso il mio scritto,
cerco di far rivivere. Si riaprono certe porte-finestre, le strade si riempiono delle
grida di bambini, del rumore dei carri, e attraverso questa rianimazione delle cose,
le persone del posto, della regione, in questo caso le Marche, ma anche d’Italia,
possono oggi riconnettersi a questi episodi e proseguire la loro storia in un’ottica
corale.