Iniziata la Sede vacante. Mons. Sigalini: nessuno sconcerto, Cristo guida la sua Chiesa
Alle ore 20.00 di giovedì sera, come stabilito dallo stesso Benedetto XVI, è iniziata
la sede vacante. Il Papa, dunque, non è più a capo della Chiesa, anche se continuerà
a pregare instancabilmente per essa. La Cattedra di Pietro resterà dunque vuota fino
all'elezione del nuovo Pontefice. Sul significato spirituale di questo tempo, Massimiliano
Menichetti ha intervistato il vescovo di Palestrina, mons. Domenico
Sigalini:
R. - E’ un tempo
di attesa e di grande preghiera, nel senso che siamo nella Chiesa e la Chiesa che
resta senza il suo capo, senza colui che a nome di Dio orienta, è sempre la barca
del Signore. Quindi nessuno di noi può esprimere smarrimento, perché il Signore tiene
in mano la sua Chiesa, per la quale è morto e risorto, che ama e di cui è lo Sposo
impareggiabile.
D. - Vengono in mente le parole che il Papa ha pronunciato
nell’ultima udienza generale, in Piazza San Pietro, quando ha detto: “Ho sempre saputo
che in quella barca - riferendosi alla barca di Pietro - c’è il Signore e ho sempre
saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è Sua”. Quindi, un grande
conforto da questo punto di vista…
R. - Molto bello! Certo e non solo: è proprio
Gesù su questa famosa barca, sulla quale ogni tanto portava gli Apostoli per il lago,
continuava a dire: “Guardate che io ci sono. Perché dubitate?”. C’è il mare in burrasca,
svegliano Gesù, che dice: “Voi, gente di poca fede”… Tante volte li ha anche rimproverati,
proprio perché non sono capaci di fidarsi di Dio.
D. - E’, quindi, questo un
tempo che deve essere vissuto non nello smarrimento, ma nella preghiera, nella certezza,
nell’affidamento...
R. - Di attesa, di preghiera, di fiducia, di rinnovamento
del nostro abbandono nelle mani di Dio, di chiarezza e anche di consapevolezza che
tutto quello che avviene nelle funzioni grandi della Chiesa, nelle Messe e l’ingresso
nel Conclave, sono tutti gesti che debbono esprimere la fiducia nel Signore e la preghiera
allo Spirito Santo, perché illumini le menti di tutti e dia forza alla volontà di
seguire queste illuminazioni.
D. - Si può dire che questo sia il tempo dello
Spirito Santo, la sede vacante?
R. - Sicuramente. E’ il tempo dello Spirito
Santo, come lo è sempre, ma in questo momento è particolarmente invocato ad essere
presente, a suggerire agli uomini la sua volontà. Questo suggerimento - bisogna chiarirlo
- non è fatto di uno che mette in bocca ad un altro una parola o di qualcuno che suggerisce
nell’orecchio quello che deve fare: è dentro la grande umanità, la dignità umana di
tutti i cardinali, i quali cercheranno di farsi qualche idea su come deve essere governata
la Chiesa, di qual è la persona più adatta per fare questo, che qualità deve avere.
Sono tutti ragionamenti molto umani, ma noi sappiamo che se sono collocati dentro
una prospettiva di fede, hanno un esito spirituale.
D. - Storicamente è un
momento molto particolare: Benedetto XVI accompagnerà con la preghiera l’incontro
dei cardinali…
R. - Scuote la nostra coscienza, scuote la Chiesa e dà anche
più energia e più amore alla stessa Chiesa. Noi arriviamo a questo cambio non da un
lutto, ma da un gesto di grande coraggio, di grande responsabilità, di grande umiltà,
che ci ha messo tutti - direi - un po’ in crisi, perché dobbiamo imparare questo atteggiamento
di amore che per sé hanno avuto sempre tutti i Pontefici. Ricordo la bellissima preghiera
di Paolo VI di fronte alla Chiesa, che con grande umiltà, si mette a servirla, ad
amarla e a sacrificarsi per lei. Ecco, questo gesto lo ha ripetuto Benedetto XVI,
lo ha fatto Giovanni Paolo II… Però siamo in un momento nuovo, perché è la prima volta
che noi salutiamo un Papa da vivo, lo vogliamo ringraziare e siamo contenti di fargli
compagnia in questo “trapasso”, che altrimenti sarebbe stato soltanto un trapasso
anche della vita. E’ un’immagine bella che dobbiamo avere: questa Chiesa è qualcosa
che continua, perché il suo conduttore è lo Spirito e lo Spirito non la molla, non
le lascia mancare niente e ha bisogno degli uomini che ascoltino la sua voce e incarnino
la sua ispirazione.