Mons. Mamberti denuncia i cosidetti “nuovi diritti” e le forzature per affermarli
nella Carte dell’Onu
La piena realizzazione dei diritti umani incontra ancora “seri ostacoli”, ha denunciato
mons. Dominique Mamberti, segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati,
intervenuto martedì nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Il presule ha stigmatizzato
i tentativi di re-intepretare alcuni termini della Carta Universale dei diritti umani
e delle Convenzioni Onu, tradendone lo spirito originario. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Nel 1946 nasceva
- ha ricordato mons, Mamberti - la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani,
sostituita nel 2006 dal Consiglio per i diritti umani. Oltre 60 anni di attività di
controllo, difesa e promozione dei diritti umani. Ma oggi il ruolo e la stessa credibilità
di questo organismo sono messi a rischio – ha denunciato il segretario della Santa
Sede per i Rapporti con gli Stati – per il modo in cui sono discussi e riconosciuti
i cosiddetti “nuovi diritti”, che inficiano “l’universalità e l’indivisibilità dei
diritti umani”. Si è chiesto mons. Mamberti: i diritti umani sono universali perché
una maggioranza di Paesi li riconosce, o perché c’è un fondamento etico che proviene
dalla dignità di ogni persona e che precede il riconoscimento degli Stati? “La Santa
Sede - ha chiarito il presule - crede fermamente che i diritti umani dovrebbero essere
giudicati per il loro riferimento ai principi fondanti e agli obiettivi sanciti nei
documenti base dove la natura e l’innata dignità della persona sono elementi chiave”.
Anche perché c’è spesso - come indicato da Benedetto XVI nella Caritas in Veritate
- “una relazione tra la rivendicazione del diritto al superfluo o addirittura alla
trasgressione e al vizio, nelle società opulente, e la mancanza di cibo, di acqua
potabile, di istruzione” e “di cure sanitarie” in certe aree del mondo. “La relazione
- ha ribadito il presule - sta nel fatto che i diritti individuali, svincolati da
un quadro di doveri che conferisca loro un senso compiuto, impazziscono e alimentano
una spirale di richieste praticamente illimitata e priva di criteri”. Per questo –
ha aggiunto mons. Mamberti – “i recenti tentativi di reinterpretare il significato
di alcuni termini critici nei documenti base, come la Dichiarazione universale dei
diritti umani e le relative Convenzioni, introducendo espressioni ambigue e posizioni
ideologiche sembrano ignorare le solide fondamenta” e “minare l’universalità dei diritti
umani” ed “indebolire i successi già raggiunti”. “Mentre per troppe persone i diritti
umani sono ancora un’aspirazione praticamente irraggiungibile” – ha osservato il presule
- i meccanismi per proteggere e promuovere questi diritti soffrono “per alcune serie
contraddizioni, duplicazioni di strutture e capacità limitate” essendo “sprovvisti
di necessarie risorse”. Cosicchè, ha concluso il rappresentante Vaticano “scontri
di convinzioni stanno aumentando tra i gruppi, e interessi privati sono perseguiti
al posto del bene comune”.