2013-02-25 15:41:06

Sud Corea, il presidente Park si insedia e ammonisce il Nord sul nucleare


Si è insediata oggi Park Geun-hye, primo presidente donna della Corea del Sud. Nel suo discorso ha invitato la Corea del Nord a “lasciare le sue ambizioni nucleari e a intraprendere il cammino verso la pace e lo sviluppo condiviso”. Il terzo test nucleare di Pyongyang, effettuato il 12 febbraio, ha proseguito Park, “è una sfida per la sopravvivenza e il futuro del popolo coreano, e non dovrebbe esserci alcun dubbio sul fatto che la vittima più grande sarà la stessa Corea del Nord”. Davide Maggiore ha chiesto a Rossella Ideo, esperta di storia politica e diplomatica dell’Asia orientale, quali prospettive sui rapporti tra Seul e Pyongyang aprono queste parole:RealAudioMP3

R. - Una vera strategia politica del nuovo presidente della Corea del Sud non è emersa: tanto è vero che Obama ha mandato - diciamo così - un suo team di sicurezza in Corea del Sud per l’insediamento, proprio per cercare di capire quelle che possono essere le strategie della signora Park.

D. - Quindi quali sono, in realtà, le opzioni concrete che hanno le due Coree nei rapporti reciproci?

R. - In questo momento le due Coree sono in stato di grave tensione, specialmente dopo il test nucleare del 12 febbraio. Non hanno alcun canale di comunicazione: siamo in attesa di una proposta da parte di Park nei confronti della Corea del Nord e soprattutto del riallacciamento di un dialogo, che è mancato totalmente anche con il presidente uscente, del suo stesso partito, cioè conservatore. La signora Park ha criticato la linea di durezza del suo immediato predecessore, così come ha criticato la linea della mano tesa, ma - lo ripeto - senza grande chiarezza. La cosa importante è che adesso si stabilisca un dialogo con la Corea del Nord e quindi si riaprano, in un certo senso, i giochi.

D. - Un’altra priorità del presidente Park è l’economia: c’è il pericolo che le tensioni politiche mettano a rischio gli investimenti e il rilancio, quindi, dell’economia?

R. - Fra i temi più scottanti c’è questa forbice sempre maggiore tra i ricchi e i poveri: un processo che però continua da anni. L’economia sudcoreana va bene, se noi la compariamo soprattutto all’economia dell’eurozona o anche agli Stati Uniti. Non credo, quindi, che queste tensioni possano, per il momento, essere un freno agli investimenti esteri.

D. - Come s’inseriscono, invece, queste tensioni in tutta quella che è l’area più vasta del Pacifico, in cui non mancano i punti di scontro potenziali?

R. - Questo è un periodo di transizione per tanti Paesi: Xi Jinping prenderà le redini del potere effettivamente in marzo; la signora Park si è appena insediata; in Giappone abbiamo visto l’elezione di un conservatore, Abe. Ci sono state delle tensioni territoriali molto forti in questi ultimi mesi sia tra il Giappone e la Corea del Sud sia a livello della Cina e del Giappone: tensioni regionali che potrebbero, in un certo senso, sfuggire dal controllo se questi nuovi politici che si insediano non riusciranno a coordinare le loro politiche. E’ interesse di tutti cercare di sminuire queste tensioni. Comunque la questione della Corea del Nord, in questo momento, è una questione molto calda.







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