Anche i carcerati si uniscono alla preghiera di vicinanza e ringraziamento per il
pontificato di Benedetto XVI. Ascoltiamo, al microfono di Marco Guerra, don
Sandro Spriano, cappellano del carcere di Rebibbia, dove il Papa si è recato nel
dicembre 2011:
R. - Ci sembra
un modo bello per ricordarlo, ma soprattutto per essergli vicino in questo momento.
In tutte le Messe che abbiamo celebrato nei reparti e in quella centrale dell’Istituto,
abbiamo rivissuto anche il momento della sua visita: tra l’altro davanti alla chiesa
abbiamo un cipresso che ci ha regalato come segno della sua visita. Quindi, abbiamo
fatto riferimento a questo per pregare per lui e per ringraziarlo, ancora una volta,
dell’accoglienza che ci ha fatto, perché il 18 dicembre 2011 è stato un evento memorabile!
I detenuti lo hanno vissuto con molta emozione e con molta sincerità.
D. -
Quindi c’è ancora un ricordo molto vivo di Benedetto XVI, che ha sempre dimostrato
la sua vicinanza al mondo dei detenuti...
R. - Sì, certamente. E quel giorno
della visita del Santo Padre a Rebibbia è stato per noi una piacevolissima scoperta:
in particolare, sentire con quanta familiarità il Papa si è rivolto a tutti i detenuti.
Questo ha lasciato davvero un segno indelebile!