Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha tenuto
ieri un briefing con i giornalisti affrontando varie tematiche: il Motu proprio su
alcune modifiche relative all'elezione del nuovo Pontefice, l'incontro di Benedetto
XVI con i cardinali della Commissione cardinalizia incaricata di indagare sulla fuga
di notizie riservate e, infine, la vicenda del cardinale Keith O’Brien, che ha annunciato
che non parteciperà al prossimo Conclave. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Benedetto XVI
- si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede letto durante il briefing
- ha voluto ringraziare i cardinali della Commissione cardinalizia incaricata di indagare
sulla fuga di notizie riservate per il proficuo lavoro svolto, “esprimendo soddisfazione
per gli esiti dell’indagine”. L’indagine, infatti, “ha consentito di rilevare, accanto
a limiti e imperfezioni propri della componente umana di ogni istituzione, la generosità,
rettitudine e dedizione di quanti lavorano nella Santa Sede a servizio della missione
affidata da Cristo al Romano Pontefice”. “Il Santo Padre – si legge ancora nel comunicato
- ha deciso che gli atti dell’indagine, del cui contenuto solo Sua Santità è a conoscenza,
rimangano a disposizione unicamente del nuovo Pontefice”. Poi padre Federico Lombardi
ha aggiunto:
“Con questo si è chiuso il mandato della Commissione ‘a
conclusione dell’incarico’. Quindi la Commissione è sciolta da questa mattina. Il
Papa ha stabilito che il rapporto è a disposizione del suo successore”.
Sulle
dimissioni presentate dal cardinale O’Brien e accettate da Benedetto XVI, padre Lombardi
ha poi precisato:
“Il comunicato nostro non fa riferimento a partecipazioni
o meno al Conclave. Fa riferimento al governo della diocesi di Edinburgh, che è terminato
con questa rinuncia”.
Mons. Pierluigi Celata, vicecamerlengo di
Santa Romana Chiesa, ha poi illustrato il Motu proprio di Benedetto XVI, con cui si
sostituiscono alcune norme presenti nella Costituzione Universi Dominici gregis, promulgata
nel 1996 da Giovanni Paolo II:
“L’intenzione generale che ha mosso il Santo
Padre è da lui stesso chiaramente indicata: considerata l’importanza della materia,
assicurare il migliore svolgimento di quanto attiene all’elezione del Romano Pontefice,
in particolare una più certa interpretazione ed attuazione di alcune disposizioni
della stessa Costituzione”.
In particolare, per una valida elezione del
Pontefice è sempre richiesta almeno la maggioranza dei due terzi dei voti dei cardinali
elettori e votanti. Nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione per
nessun motivo o pretesto. Resta confermato il periodo di attesa di 15 giorni prima
dell’inizio del conclave. Il collegio dei cardinali, se consta la presenza di tutti
i cardinali elettori, ha la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave. L’apertura
può anche essere posticipata in caso di motivi gravi. Ma trascorsi al massimo venti
giorni dall’inizio della Sede Vacante, tutti i cardinali elettori sono tenuti a procedere
all’elezione. Padre Federico Lombardi ha quindi ribadito che saranno e le congregazioni
dei cardinali a decidere la data di inizio del Conclave:
“Non può avvenire
certo prima del primo marzo, perché non possono incontrarsi prima del primo marzo;
bisogna che siano convocati per la prima congregazione generale e, probabilmente,
non è esattamente nella prima congregazione generale che decidono una cosa di questo
genere. Quindi io credo che dobbiamo ancora attendere alcuni dei primissimi giorni
di marzo, prima di avere la decisione formale”.
Prima dell’inizio del
Conclave, si deve dunque attendere l’arrivo di tutti i cardinali elettori a meno che
uno o più porporati non comunichino, in modo appropriato, l’impossibilità di partecipare
per motivi di salute comprovati o per impedimento grave.