La scomparsa di Evelyn Billings, "madre" del Metodo di regolazione della fertilità
Evelyn Billings – che assieme al marito John ha girato per oltre mezzo secolo il mondo
intero per insegnare il metodo di regolazione naturale della fertilità che porta il
loro nome – si è spenta nei giorni scorsi, a 95 anni, in Australia. Per il loro lavoro,
i Billings hanno guadagnato titoli accademici e onorificenze, ma anche critiche e
diffidenza. Nella sola Cina, i due coniugi hanno istruito migliaia di insegnanti e
la diffusione del metodo è stata tale da attribuire a loro il merito di un significativo
calo del tasso di aborti. Adriana Masotti ha ricordato questa figura con Paola
Pellicanò, medico del Centro di regolazione naturale della fertilità dell’Università
Cattolica di Roma e presidente dell’Associazione nazionale per il metodo Billings,
che ha conosciuto personalmente i due coniugi australiani:
R. – Lei era
un medico, una pediatra, ma innanzitutto era una sposa, una madre, una persona che
riusciva, anche molto, ad entrare in relazione, che aveva una grande attenzione a
chi le stava innanzi. Evelyn è stata accanto a John per tutta una vita, condividendo
un lavoro che li ha portati ad essere attenti ai più piccoli, perché erano attenti
al valore della vita sin dalle sue sorgenti. Evelyn è una donna che ha insegnato a
valorizzare il carisma della femminilità e della maternità.
D. – Il Metodo
che ha preso il nome dei Billings ha iniziato a diffondersi nel mondo e a vedere riconosciuta
la sua scientificità negli anni ’70 del secolo scorso. Qual è stato l’impatto di questa
proposta nel mondo di allora?
R. – Gli studi sul metodo in realtà sono iniziati
molto tempo prima, nel 1953. Iniziarono in maniera clinica, ascoltando le coppie,
ascoltando le donne, per capire se esse trovassero qualche segnale di fertilità. Poi,
si sono arricchiti di grandi conferme scientifiche. L’apporto di Evelyn in questo
senso è stato importante, perché essendo una donna riusciva a percepire, quindi ad
insegnare meglio, i sintomi di fertilità alle donne stesse. Siamo in un tempo in cui,
dal punto di vista dei metodi naturali, esisteva soltanto il metodo di Ogino-Knaus.
Ma siamo nel tempo in cui c’era una grande diffusione della cultura contraccettiva,
c’era il boom della pillola. Invece, loro riuscirono a portare una voce diversa, portando
una proposta assolutamente controcorrente, in quel momento, ma direi anche oggi, fondata
sul rispetto della fertilità come valore, ma anche come conoscenza, che può essere
data alla coppia. Quindi una proposta veramente rivoluzionaria.
D. – Spesso,
si è identificato il Metodo Billings come un metodo "cattolico". Si può dire che oggi
si sia sfatata questa idea e che è un metodo per tutti?
R. – Assolutamente,
questo lo dicono i fatti. In realtà il metodo è diffuso in tutte le culture, in tutte
le religioni e in popoli senza religione. Pensiamo alla Cina, dove c’è un’enorme diffusione
e dove anche tanti studi documentano una diminuzione del tasso di abortività nelle
coppie, che possono ricorrere all’uso dei metodo naturali, ma anche in Paesi poveri,
in Paesi in via di sviluppo.
D. – Una critica che spesso è stata rivolta ai
Billings è la scarsa sicurezza del loro metodo per evitare le nascite...
R.
– Su questo direi che si conoscono molti studi. L’Organizzazione mondiale della sanità
volle validare questo metodo, raccogliendo dati del suo utilizzo, del suo insegnamento,
e riportò un elevato tasso di efficacia, del 97,8%. Ma studi successivi hanno dimostrato
un’efficacia maggiore. Il criterio importante è che il metodo vada appreso in centri
specializzati per questo.
D. – Un metodo da utilizzare, non solo nei casi in
cui si voglia distanziare le nascite, ma anche nei casi di infertilità...
R.
– Oggi, questa è una problematica in grande aumento. Per l’infertilità, il Metodo
Billings dà un aiuto enorme. Intanto, aiuta la coppia a riconoscere il valore della
fertilità, il momento della fertilità. Aiuta, però, anche il medico: aiuta a comprendere
meglio le diagnosi relative alle problematiche di infertilità. Oggi, siamo davanti
a una realtà, nella nostra cultura, attraverso la diffusione di tutte le tecniche
di fecondazione artificiale, che ha saltato totalmente la tappa della diagnosi e della
cura della sterilità.
D. – Qual è il contributo del metodo Billings per l’educazione
all’amore, al rispetto per la vita di cui oggi si sente tanto il bisogno?
R.
– Oggi, noi siamo in una cultura che decisamente frammenta il significato della sessualità,
del matrimonio, della trasmissione della vita, del valore del figlio. I metodi naturali,
in realtà, sono una chiave di conoscenza, che apre alla consapevolezza che la vita
è un dono e che il dono della vita inizia ancora prima, con questo splendido dono
della fertilità umana. Un dono che si può conoscere e che solo se si conosce viene
gestito con libertà, con responsabilità, con amore e anche con una grande generosità:
la generosità, in fondo, che Evelyn Billings ha dimostrato, raccolta da tante persone.
Una generosità che aveva intuito Madre Teresa, ad esempio, quando una volta incontrò
John e Evelyn Billings e disse loro che avrebbero portato il metodo in giro per il
mondo. La coppia, che doveva fare i conti con il lavoro, con i figli, con le preoccupazioni,
si stupì e disse: “Ma com’è possibile?” E lei rispose: “Questo è un segreto che è
e resterà nel cuore di Dio”.