Kazakhstan, domani ripresa dei colloqui sul nucleare iraniano
Riprende il dialogo sul nucleare iraniano. Domani ad Almaty, in Kazakhstan, l’Iran
incontrerà il gruppo dei Cinque+1, composto dai membri permanenti del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Gran Bretagna, Francia, Russia, Stati Uniti)
più la Germania. Nel corso dell’ultimo anno, ci sono stati colloqui a Istanbul, Bagdad
e Mosca ma senza segnare passi in avanti sulla questione dello sviluppo del programma
nucleare iraniano. Fausta Speranza ha parlato delle aspettative e del nuovo
quadro geopolitico dell’area con Paolo Quercia del Centro militare studi strategici:
R. - Sì, dopo
un anno di stallo, che ha visto tre incontri - a Istanbul, a Baghdad e a Mosca - che
di fatto non hanno mosso la situazione tecnica dei negoziati.
D. - Dunque,
quali sono le aspettative per questi colloqui in Kazakistan?
R. - Già il fatto
che sia stata scelta una data… Ricordiamo che a Mosca, quando si chiuse l’ultimo incontro
del 5+1 non è stata fissata una data di un nuovo incontro: cosa che, invece, è stata
fatta recentemente, a margine dell’incontro sulla sicurezza di Monaco. Da lì, si è
offerta questa opportunità: quindi, un moderato ottimismo deve esserci, che in parte
è legato alla disponibilità - per lo meno cosi fatta filtrare dagli americani - di
potenziali colloqui bilaterali diretti con Teheran. Questo, ovviamente, è un elemento
che può modificare molto la situazione. L’altro elemento, ovviamente, è l’andamento
del conflitto siriano, dove due membri importanti del 5+1 - Russia ed Iran - stanno
mano a mano concordando una posizione di uscita "soft", di disimpegno dal supporto
ad Assad e spingono per una mediazione diplomatica. Ovviamente, questo è qualcosa
che può influenzare la posizione iraniana sul 5+1.
D. - Vogliamo spiegare le
posizioni?
R. - Gli sforzi che si fanno sono quelli per alterare la posizione
di Teheran sul nucleare e in particolare sulla dimensione militare, che ovviamente
Teheran nega, mentre altri Paesi sostengono che vi siano programmi di nucleare miliare.
Questo è un aspetto molto delicato. Ovviamente, ci sono dei tecnicismi che possono
essere letti in maniera molto discordante. Per qanto riguarda la posizione del 5+1,
i Paesi del Consiglio di Sicurezza ambiscono a contenere queste ambizioni iraniane,
che tutto sommato vengono viste da Teheran sia da un punto di vista di potenza, ma
anche da un punto di vista di un potenziale diritto che loro invocano, di poter perseguire
il nucleare a qualsiasi fine. Quindi, i dossier che si incrociano sono un misto di
rapporti politici tra questi Paesi ed aspetti tecnici legati all’arricchimento e,
eventualmente, a come si possono soddisfare i bisogni energetici o di ricerca nucleare
iraniani, senza che ci possa essere il rischio della proliferazione nucleare militare.
D.
- In definitiva, possiamo dire che questa fase così drammatica per la Siria, ma anche
per l’intera regione, in qualche modo sta rafforzando la posizione dell’Iran?
R.
- Questa è una grossa partita, è molto da vedere: l’Iran, così come la Russia, hanno
a lungo sostenuto il regime di Assad, ma pian piano stanno vedendo la situazione di
stallo e l’impossibilità, probabilmente, di un successo definitivo di Assad. Abbiamo
visto anche l’attentato di pochi giorni fa e la grande offensiva che i ribelli stanno
portando avanti alla periferia di Damasco. Quindi, è interessante questo "asse" russo-iraniano
per cercare un dialogo tra l’opposizione e un regime che però non comprenda, ovviamente,
Assad e alcune persone del regime di Assad. Da questo, è nato anche un piano in più
punti, che si potrebbe dire di pace o comunque di post-Assad e che sicuramente rafforza
il rapporto tra Mosca e Teheran. Questo ovviamente ha delle conseguenze anche per
il dossier nucleare e per il 5+1. Non necessariamente doveva essere questo lo sviluppo:
Russia e Teheran potevano anche avere un diverso approccio alla caduta o alla crisi
del regime di Assad, invece stanno rafforzando, e ovviamente modificando entrambi,
le proprie posizioni.