2013-02-23 15:46:24

I vescovi francesi: mettere l’economia al servizio della società


Un appello suddiviso in sei punti per invitare il governo francese a mettere l’economia al servizio della società: a lanciarlo è la Commissione episcopale Giustizia e Pace d’Oltralpe, in una nota diffusa ieri. In particolare, i vescovi chiedono la stesura di “un codice etico comune per le istituzioni finanziarie che evidenzi l’importanza della trasparenza, della responsabilità, dei diritti umani e della giusta ripartizione dei profitti”. Sulla stessa linea, si pone il suggerimento di “creare un organismo internazionale di regolamento indipendente dalle istituzioni finanziarie e con forti preoccupazioni etiche”, così come la proposta di rafforzare le normative già esistenti per “garantire che l’attività economica si conformi alle esigenze della giustizia”. Per evitare l’evasione fiscale, inoltre, la commissione chiede di “introdurre una legge che obblighi le imprese a diffondere in modo chiaro e completo tutti gli aspetti delle loro attività economiche”. Infine, i vescovi francesi ribadiscono la necessità di continuare a destinare lo 0,7% del Pil agli aiuti allo sviluppo e di istituire una tassa sulle speculazioni finanziarie, grazie alla quale ricavare finanziamenti per la giustizia sociale. “La nostra visione – scrivono i presuli – è quella di una società in cui tutta l’attività economica è al servizio delle esigenze della giustizia e del bene comune”, poiché “il settore finanziario esiste per servire l’economia reale che deve essere al servizio della società; e quest’ultima, a sua volta, esiste per tutelare e promuovere la dignità e il benessere della persona umana”. Al contrario, evidenzia la Commissione Giustizia e Pace, “il rovesciamento di questo sistema di valori” ha permesso “al settore finanziario di agire come se fosse al di sopra delle leggi”, con “conseguenze a caro prezzo” per tutta la società. Per questo, pur riconoscendo “il contributo positivo delle imprese e delle attività finanziarie per il contesto sociale”, i vescovi francesi esortano il governo “a vigilare affinché tale contributo sia giusto ed equo”, al fine di “realizzare, in futuro, un modello economico equanime e duraturo”. (I.P.)







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