2013-02-23 13:19:16

Elezioni in Italia: oltre 47 milioni i cittadini chiamati alle urne


In Italia, chiusa a mezzanotte la campagna elettorale, ieri è stata la tradizionale giornata di silenzio in vista del voto di oggi e domani per le elezioni politiche e per quelle regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Oltre 47 milioni gli italiani chiamati alle urne. Negli ultimi anni si è registrato un costante calo dell’affluenza alle urne: e in questo fine settimane, in alcune regioni, c’è anche l’incognita legata alla neve. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Ieri gli ultimi appelli dei candidati premier. Ora la parola passa ai cittadini-elettori. Moltissimi ancora gli indecisi. Su questi punta il centrodestra formato da Pdl e Lega e guidato ancora una volta da Berlusconi per tentare la rimonta sul centrosinistra che candida a Palazzo Chigi Bersani, segretario del Pd alleato con il Sel di Vendola. Ma non è più una gara a due: se cinque anni fa Pdl e Pd avevano ottenuto complessivamente più del 70% dei voti, stavolta ci sono altri competitori forti. Intanto, lo schieramento centrista: l’Udc di Casini e il Fli di Fini riuniti intorno al premier uscente Monti, a capo della lista Scelta Civica. E poi c’è la novità del Movimento 5 Stelle di Grillo, accreditato dai sondaggi di alte percentuali, cresciuto negli anni su internet e sul sentimento dell’antipolitica, confermato ieri sera dal suo leader nell’affollatissimo comizio di Piazza San Giovanni a Roma. Puntano ad entrare in Parlamento anche gli altri schieramenti in campo: Rivoluzione civile di Ingroia, movimento al quale ha aderito l’Italia dei valori di Di Pietro; e Fare per fermare il declino, movimento guidato dall’economista Oscar Giannino, che però nei giorni scorsi ha fatto un passo indietro a causa delle polemiche su finti titoli di studio. Insomma, il bipolarismo di fatto non c’è più. E la governabilità è una vera incognita. Anche a causa di una legge elettorale da tutti considerata sbagliata e inefficace, ma che nemmeno la maggioranza che ha sostenuto per un anno il governo tecnico ha saputo e voluto cambiare. Camera e Senato hanno regole sostanzialmente diverse. A Montecitorio c’è un premio di maggioranza assegnato al partito o allo schieramento che ottiene più voti su base nazionale. A Palazzo Madama il premio di maggioranza è invece assegnato su base regionale. Diventano così decisivi per il risultato finale complessivo i risultati - considerati ancora in bilico - in Lombardia, Veneto, Sicilia e Campania.

Aggiornato il 24 febbraio 2013







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