Continuano le violenze in Mali: nel nord, sul massiccio dell’Ifoghas, scontri tra
l’esercito del Ciad e jihadisti hanno lasciato sul campo 13 soldati e 65 miliziani,
mentre nell’estremo nordest del Paese, nei pressi di Tessalit, si sono verificati
combattimenti tra ribelli tuareg che collaborano con l’esercito francese e uomini
di un gruppo armato non identificato. I tuareg del Movimento nazionale per la liberazione
della ribellione Azawad, sono stati oggetto inoltre di un attentato rivendicato dal
Movimento per l’unicità e la jihad in Africa occidentale (una delle sigle attive nella
parte settentrionale del Mali) a In-Khalil, dove sono esplose due autobomba. L’attacco,
secondo la rivendicazione, è stato attuato per punire la Francia, accusata di “condurre
una crociata contro l’Islam e i musulmani”. Intanto, i tuareg fanno sapere di aver
depositato presso la Corte penale internazionale una denuncia contro l’esercito regolare
maliano per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per quanto sta accadendo
nel nord del Paese. La denuncia, rivolta in primis contro il presidente Traoré, è
stata firmata da tutti i capi tribali delle regioni di Gao, Kidal e Timbuctu, che
rivelano “centinaia di omicidi di civili perpetrati dell’esercito”, solo una parte
dei quali vengono denunciati dalle organizzazioni umanitarie internazionali. Infine,
gli Stati Uniti annunciano la realizzazione di una base per droni in Niger che contribuirà
alla condivisione d’informazioni di intelligence con le forze francesi impegnate
nel conflitto in Mali da un mese a questa parte. I droni – assicurano gli Usa – perciò
non saranno armati, ma secondo alcuni non si escluderebbe la possibilità di spostarli
dalla capitale Niamey verso un’area più vicina al confine con il Mali. (R.B.)