Vaticano, plenaria dell'Accademia per la Vita su "Fede e vita umana"
Prosegue in Vaticano la XIX Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita,
sul tema “Fede e vita umana”. Ieri mattina si è svolto un incontro aperto al pubblico
a cui hanno preso parte, tra gli altri, Mons. Gerhard Ludwig Muller, prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Mettere
in evidenza i fondamenti dottrinali alla base del concetto cristiano di vita umana.
Questo l’obiettivo della XIX Assemblea generale della Pontificia Accademia per la
Vita, che propone numerosi spunti di riflessione sul modo in cui il messaggio cristiano
sulla vita umana venga vissuto e proposto nella nostra epoca e nelle diverse realtà
mediche, sociali e assistenziali. Un’iniziativa che si colloca all’interno dell’Anno
della Fede, e che da qui parte per un’analisi approfondita della società moderna.
Protagonista della mattinata è stato Mons. Gerhard Ludwig Muller, Prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede, che ha portato una relazione in cui ha proposto l’analisi
del concetto di vita umana attraverso alcuni documenti del magistero, a cominciare
dalla Costituzione pastorale Gaudium et Spes, che sancisce una visione globale
per la missione della Chiesa nel mondo di oggi, così come i due criteri fondamentali
della bioetica articolati nell’Istruzione Dignitas Personae della Congregazione
per la Dottrina della Fede, e ancora la famosa immagine della "tunica senza cuciture"
come una descrizione della dottrina morale della Chiesa. Tutti documenti profondamente
legati alla realtà di oggi, che non manca di difficoltà, di derive ateiste, soprattutto
nel campo della scienza; “un settore in cui non solo Dio è degradato – ha riferito
mons. Muller – ma che sposta anche la persona umana dal centro, assegnandolo ad una
periferia meccanicistica”. Una difficoltà che avevano riscontrato pure i Padri del
Concilio Vaticano II, cinquant’anni fa, i quali non si erano accontentati, però, di
diagnosticare il problema. Piuttosto, avevano parlato direttamente del problema ricordando
alla Chiesa e al mondo che Dio è l'unica vera misura dell'uomo e che la volontà di
Dio è l'unica fonte sicura di obbligo morale.
"La sacralità della persona
quale garanzia ultima dello statuto etico dell’essere umano" è stato il tema sviluppato
stamattina da mons. Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia
Accademia per la Vita. Ascoltiamolo, al microfono di Salvatore Sabatino:
R. – Ovviamente,
è stata una relazione che aveva l’intenzione di riproporre un concetto: un concetto
che è stato un grande punto di riferimento e che negli ultimi tempi è stato un po’
dimenticato per tante ragioni. Benedetto XVI, nel suo magistero, ha insistito molto
sul problema di una società che sta mettendo da parte Dio.
D. – Mette anche
da parte l’uomo: lo toglie dalla centralità. Perché, secondo lei, è successo questo?
R.
– Per trovare una ragione a questo tipo di fenomeno, è necessario molto tempo o meglio
ci vuole molto tempo per arrivare ad una riflessione seria: altrimenti si possono
dire solo ovvietà. C’è una ribellione? Sì, sembra che ci sia una ribellione, ma ci
sono anche tanti altri elementi. Direi che però non bisogna confondere le cose: una
questione è il fenomeno dominato e controllato da alcuni, come può essere il mondo
dei mass media, e un’altra questione è il mondo reale. Non sempre coincidono. A me,
ad esempio, piace la montagna e quando giro, vedo le vette, le cime innevate, vedo
come il sacro sia più che presente anche in queste cose.
D. – Quindi figuriamoci
nella vita...
R. – Sì, però qui, in un contesto di riflessione di esperti sulla
bioetica, credo che fosse importante ricordare certo la dignità e manteniamola, ma
ricordiamoci anche che l’uomo ha qualcosa di più.
D. – E’ il modo per dire
che scienza e fede possono andare d’accordo e devono andare d’accordo?
R. –
Di fatto vanno d’accordo. Molto spesso chi non va d’accordo sono gli scienziati e
i credenti. Credo che in fede e scienza non ci sia un punto o una contraddizione che
non si possa superare.