Rapporti diplomatici Santa Sede-Sud Sudan. Mons. Boccardi: decisione del Papa per
la pace
La Santa Sede e la Repubblica del Sud Sudan, desiderose di promuovere rapporti di
mutua amicizia, hanno deciso di comune accordo di stabilire tra di loro relazioni
diplomatiche, a livello di Nunziatura Apostolica da parte vaticana e di Ambasciata
da parte sud-sudanese. Salgono così a 180 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche
piene con la Santa Sede. Il Sudan del Sud è uno Stato dell'Africa centro-orientale,
con capitale Giuba, indipendente dal 9 luglio 2011. Contrapposto al Nord arabo e musulmano,
ha vissuto una guerra durata oltre 40 anni, terminata con gli Accordi di pace del
2005. Grande due volte l'Italia, ha una popolazione di circa 8 milioni di persone,
per il 60% cristiani, mentre il restante 40% pratica religioni tradizionali. L'economia
del Sud Sudan è una delle più deboli del mondo, nonostante le grandi risorse agricole
e minerarie del Paese. Sulle reazioni della Chiesa locale alla notizia delle relazioni
diplomatiche, ascoltiamo il nunzio apostolico a Khartoum, mons. Leo Boccardi,
al microfono di Sergio Centofanti:
R. – La Chiesa
cattolica nella nuova Repubblica del Sud Sudan ha accolto con enorme soddisfazione
la notizia dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Ho ricevuto
già questa mattina, da molti vescovi, personalità sud sudanesi, espressioni di grande
apprezzamento, per questa decisione del Santo Padre che cade in una giornata davvero
particolare. Oggi è la festa della Cattedra di San Pietro. La Chiesa nel Sud Sudan
che conta circa 5 milioni di cattolici, raccolti in sette diocesi, esprime perciò
oggi profonda riconoscenza al Santo Padre per questo importante atto del suo Pontificato
e ancora di più desidera manifestargli la sua filiale devozione prima del 28 febbraio.
Ha pensato anche a noi il Papa, al Sudan e al Sud Sudan, prima di lasciare il suo
ministero petrino, e questo ci riempie di gioia e di commozione. Le relazioni diplomatiche
tra la Santa Sede e Giuba esprimono in primo luogo la sollecitudine di Papa Benedetto
per tutte le Chiese. In secondo luogo, questo atto viene visto, come un sostegno che
la Santa Sede, insieme a numerosi altri Paesi, intende offrire e certamente non farà
mai mancare alla nuova Repubblica del Sud Sudan - come è noto, nata il 9 luglio del
2011 - e che necessita oggi più che mai sia a livello bilaterale, che a livello multilaterale,
dell’appoggio concreto e convinto di tutta la comunità internazionale. Io sono certo
che la presenza di un nunzio apostolico a Giuba, quando questo sarà possibile, aiuterà
molto la Chiesa locale a ritrovare vitalità, azione, spirito di comunione, e sentirsi
parte attiva nella costruzione di una società più giusta solidale pacificata e riconciliata.
Un compito certamente arduo, viste le tensioni esistenti nel Paese. Ma questa Chiesa
è giovane e il Sud Sudan è il Paese più giovane del mondo. Quindi noi oggi diciamo
un grande grazie al Santo Padre e tanti auguri a Giuba per una collaborazione che
inizia oggi e speriamo porti molti frutti per il futuro.
D. – Quali sono le
relazioni tra Nord e Sud Sudan?
R. – Purtroppo le relazioni in Sudan sono allo
stallo e non si vede per il momento una via di uscita. Il negoziato è stato interrotto
e tutti i problemi purtroppo restano ancora irrisolti. Le violenze nel Sud Kordofan,
nel Blue Nile, nel Darfur, continuano. La situazione umanitaria resta sempre grave.
C’è preoccupazione, e si avverte in particolare, qui, a Khartoum, per la vita della
Chiesa, dovuta in particolare allo status del personale religioso sia di origine sud
sudanese che di altri Paesi del mondo. Le autorità governative, le scorse settimane,
infatti, non hanno rinnovato ad alcuni missionari il permesso di soggiorno e per diversi
altri i permessi sono stati ridotti solo per sei mesi. Andiamo avanti con fiducia
e speriamo che anche questo problema possa trovare una soluzione e che i colloqui,
che sono attualmente in corso con il Ministero degli Affari religiosi, portino ad
una maggiore comprensione e a una reciproca collaborazione per il bene di tutti.