2013-02-19 19:57:57

Esercizi spirituali, il cardinale Ravasi: lo sguardo Dio si stende lungo tutto l'itinerario dell'esistenza umana


Nell’uomo si staglia l’impronta di Dio ed il Signore accompagna ogni istante dell’esistenza umana. E’ la riflessione del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nella sua meditazione ieri sera, durante gli esercizi spirituali in Vaticano alla presenza del Papa e della Curia. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3

Dopo le epifanie di Dio della Parola, della Creazione, del ‘tempio’ della sua Liturgia, della storia della salvezza e del Messia, il Signore 'appare nella sua creatura’. Come si legge nella Genesi – ricorda il cardinale Ravasi – “Dio creò l’uomo a sua immagine”:

“A immagine di Dio lo creò. Che cosa corrisponde, a questo punto, 'a immagine di Dio'? Corrisponde maschio e femmina, li creò. E quindi l’immagine di Dio che è in noi, è forse la bipolarità sessuale? Dio è sessuato? Il significato è abbastanza semplice: quando l’uomo e la donna si amano e generano, continuano la Creazione. Sono l’immagine del Creatore”.

Già verso l’incipit assoluto della creatura umana, l’embrione nel grembo della madre, è proteso lo sguardo di Dio:

“Dio vede già, di questa creatura minima, tutta la sua storia, tutta la sequenza dei giorni futuri; vede già gli splendori e le miserie di questa creatura. Ed è per questo motivo che allora - io direi - la creatura umana è da questo inizio assoluto sempre sotto lo sguardo di Dio, che si stende per tutto l’itinerario della sua esistenza”.

Ed è per questo – prosegue il cardinale Ravasi - che la creatura umana diventa “il luogo in cui intercettare la presenza di Dio”:

“È per questo che la creatura umana deve essere per noi oggetto ininterrotto di attenzione, di passione, di amore. Ma noi cristiani aggiungiamo anche il fatto che lo stesso Figlio di Dio ha percorso l’intero itinerario della concezione, della gestazione, della nascita, della crescita e della morte”.

L’uomo - afferma il cardinale Ravasi - è chiamato a “rappresentare il suo Sovrano Supremo”:

“Per cui l’uomo è così perché ha un mandato divino da custodire, perché ha un incarico divino, ha un’alleanza con Dio. Ed è questo, perciò, il compito che egli ha sulla terra: rappresentare il suo Signore”.

Nelle meditazioni di ieri mattina, il cardinale Ravasi si è infine soffermato sulla storia, come luogo di incontro con Dio, e sulla figura di Cristo, il Messia che ha in sè tutto “il respiro dell'Antico testamento e lo porta alla pienezza”.







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