Chavez ritorna in Venezuela. Migliaia di persone in piazza a Caracas
Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, dopo più di due mesi trascorsi a Cuba per
curare un cancro, è ritornato in patria, anche se le sue condizioni restano critiche.
L’annuncio alla popolazione è stato dato via Twitter e subito migliaia di persone
sono scese in strada per dargli il benvenuto. Critiche dall'opposizione che ha accusato
Chavez e il suo governo di aver spettacolarizzato l’evento. In una dichiarazione,
l’arcivescovo di Caràcas, il cardinale Jorge Urosa Savino, ha portato al presidente
il saluto della Chiesa esprimendo l’auspicio che presto possa avvenire la cerimonia
di giuramento, già rinviata una volta. Cecilia Seppia ha raccolto il commento
di Maurizio Stefanini, esperto di America latina della rivista di geopolitica
Limes:
R. - Il problema
particolare di Chávez è che comunque si tratta di un leader carismatico - con molto
potere e con molto controllo - che però a un certo punto è venuto meno. Avrebbe dovuto
presenziare al suo insediamento, ma non si è presentato e nonostante ciò è stato dichiarato
insediato, grazie a un’interpretazione della Costituzione che ha suscitato più di
un dubbio fondato. Comunque, è stato possibile solo per il fatto che il partito al
potere ha un controllo abbastanza forte sulla macchina dello Stato. Chávez da quando
è stato ricoverato non ha neanche più parlato e adesso - dopo alcune indiscrezioni,
che sono state smentite - si è confermato che non può parlare perché è stato tracheotomizzato,
infatti questo annuncio del rientro è arrivato via Twitter. È un personaggio forte,
che però non è più nelle condizioni di esercitare la sua forza. In qualche modo, dalle
foto divulgate che rivelavano le sue pessime condizioni fisiche, diciamo che questo
ritorno è stato in qualche modo forzato proprio dal fatto che non c’era solo una contestazione
da parte dell’opposizione, ma ci sono state anche contestazioni all’interno della
coalizione di potere, ma soprattutto c’è stato un forte imbarazzo internazionale.
Sembra che Lula sia andato a Cuba per visitarlo, ma non gliel’abbiano fatto vedere.
D. - Rispetto a tutto quello che lei sta dicendo, si può parlare in Venezuela
- anche se in modo non dichiarato - di una crisi politica?
R. - La situazione
non è solo di crisi politica, ma è anche di crisi economica, perché Caracas ha appena
provveduto a una fortissima svalutazionedel peso. Una situazione del genere,
in un continente che comunque economicamente, è andato abbastanza bene negli ultimi
anni, è anche imbarazzante per un regime che, in qualche modo, ha rivendicato una
funzione di leadership in certi mutamenti che sono avvenuti.
D. - Molti analisti
pensano che con Chávez in queste condizioni l’eredità, che il leader venezuelano lascia,
potrebbe passare per esempio nelle mani del neo-eletto presidente dell’Ecuador, Rafael
Correa…
R. – Sì, in questa leadership internazionale presumibilmente ritengo
che potrebbe essere Correa l’erede dell’Alba, ovvero, dell’alleanza dei Paesi
ispirati alla corrente del socialismo del XXI secolo, come l’ha definita Chávez. C’è
una leadership geopolitica, c’è una leadership regionale, in Venezuela
c’è un’eredita di Chávez che per ora spetta a Maduro, ma è un’eredità debole. Per
quanto riguarda ciò che ha rappresentato Chávez, come leadership a livello
latino americano, probabilmente passerà l’eredità al presidente ecuadoriano Correa,
anche se il Venezuela dal punto di vista geopolitico ha indubbiamente più risorse,
è più forte ed è più importante; l’Ecuador è meno importante, ha meno risorse e meno
abitanti.
D. - Nicolás Maduro, il vice di Chávez, non ha forse le carte per
poter governare, prendere le redini del governo. Diciamo anche però che è inviso all’opposizione,
che vorrebbe comunque il suo candidato…
R. - Il candidato dell’opposizione
è Henrique Capriles, che è stato sconfitto da Chávez nelle ultime elezioni, ma che
ha ottenuto una quantità di voti che non aveva mai ottenuto un candidato dell’opposizione.
Il problema è che l’opposizione aveva chiesto di fare nuove elezioni senza Costituzione,
proprio ritenendo che Chávez non era più nelle condizioni. Comunque Chávez è tornato,
però è stato detto al governo che non è ancora nelle condizioni di giurare; quindi,
questa successione è ancora sospesa.