20.mo del Catechismo. Prima affermazione della fede: "Credo in Dio"
Chi è Dio e cosa significa affermare di credere in Lui? Nel Catechismo della Chiesa
Cattolica molte pagine sono dedicate al fulcro della fede e del cammino che porta
ad approfondire al conoscenza del Padre celeste. Su di esse si sofferma il gesuita,
padre Dariusz Kowalczyk, nella 14.ma puntata del suo ciclo di riflessioni dedicate
ai 20 anni di pubblicazione del Catechismo:
“Credo in Dio”
– questa è la prima affermazione della fede. Poiché Dio è il principio e la fine di
tutto: “il primo e l’ultimo” (Is 44,6). Il Catechismo sottolinea che tutto il Simbolo
della fede “parla di Dio e, se parla anche dell’uomo e del mondo, lo fa in rapporto
a Dio” (CCC 199). Tutti gli altri articoli della fede dipendono dal primo e sono la
sua esplicazione. Qui però si pone il problema che riguarda la stessa parola “Dio”.
Quando pronunciamo, per esempio, la parola “albero”, sappiamo di che cosa stiamo parlando.
Ma quando diciamo “Dio”, di che cosa, di chi stiamo parlando? Il filosofo Buber ha
notato che “'Dio' è la parola più sovraccarica di tutto il linguaggio umano. Nessun’altra
è stata tanto insudiciata e lacerata”.
Capita perciò che quando uno confessi
“Non credo in Dio”, abbia ragione, perché “Dio” che lui ha in mente, non esiste davvero.
Il Catechismo si riferisce a due nomi di Dio rivelati nella Bibbia. Il primo viene
dall’Antico Testamento. “Io sono Colui che sono” (Es 3,14) – disse Dio a Mosè. Questo
nome può essere interpretato in maniera esistenziale e anche quella filosofica. “Io
sono” significa la fedeltà di Dio che è sempre “presente accanto al suo popolo per
salvarlo” (CCC 207). Ma poi, “Io sono” vuol dire che Dio esiste da se stesso, da sempre
e per sempre (cf. CCC 212).
Nel Nuovo Testamento abbiamo un altro nome di Dio:
“Dio è amore” (1 Gv 4,8.16). Questo vuol dire non soltanto che Dio ci ama, ma che
– come leggiamo nel Catechismo – “l’Essere stesso di Dio è Amore” (CCC 221). Dio però,
in tutta la rivelazione, “rimane un Mistero ineffabile” (CCC 230). Sant’Agostino giustamente
ha affermato: “Se lo comprendessi, non sarebbe Dio”. Allora, se pensando a tutto ciò
che esiste sperimentiamo il mistero della realtà, in fondo sperimentiamo ciò che chiamiamo
“Dio”.