2013-02-18 11:58:52

Tanzania: sgomento e dolore a Zanzibar per l'assassinio di un sacerdote


Shock e dolore per l’assassinio di un sacerdote cattolico sono stati espressi nell’isola di Zanzibar sia dai membri della piccola comunità cristiana che da tanti musulmani: lo dice all'agenzia Misna mons. Augustine Shao, il vescovo locale, all’indomani dell’agguato avvenuto nel cuore della “città vecchia”. Secondo una ricostruzione fornita da responsabili di polizia e confermata da mons. Shao, padre Evarist Mushi è stato ucciso a colpi di pistola mentre stava parcheggiando l’automobile di fronte all’ingresso della sua parrocchia di San Giuseppe. Erano le 7 di mattina e il sacerdote doveva dire la Messa della prima domenica di quaresima. A ucciderlo sarebbero stati alcuni uomini che lo attendevano e che sarebbero poi fuggiti in motocicletta. Secondo il quotidiano della Tanzania The Guardian, in relazione all’omicidio la polizia ha già fermato tre sospetti. Sulle possibili motivazioni dell’agguato, però, non ci sono molti elementi. Una fonte della Misna che ha conosciuto personalmente padre Mushi ricorda che il religioso era stato a lungo impegnato in un programma di lotta all’Aids frutto di una collaborazione tra la Chiesa locale e i rappresentanti della comunità musulmana. L’impegno di padre Mushi a favore del dialogo interreligioso è sottolineato anche dal vescovo, secondo il quale però negli ultimi tempi nell’isola e nell’arcipelago di Zanzibar il tradizionale clima di apertura e confronto tra le culture è apparso per certi versi a rischio. “La maggioranza dei musulmani vuole la pace e il dialogo – sottolinea mons. Shao – ma negli ultimi due anni è cresciuto il peso di gruppi estremisti che secondo il governo riceverebbero finanziamenti dall’estero”. Uno dei nomi più ricorrenti è Uamsho, “risveglio” in lingua swahili, una formazione nata nel 2001 che si batte per una piena autonomia dell’arcipelago dalla Tanzania. A Zanzibar l’agguato di ieri non è il primo contro un religioso cattolico. A Natale alcuni sicari avevano sparato a padre Ambrose Mkenda, che era rimasto ferito. Rispetto alla Tanzania l’arcipelago gode di uno statuto di semi-autonomia. Lo scorso anno era stato teatro di disordini dopo l’arresto di Sheikh Ponda Issa Ponda, dirigente di un’organizzazione ritenuta da fonti della Misna “estremista e non rappresentativa degli orientamenti della maggioranza dei musulmani”. (R.P.)







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