Lotta agli abusi sessuali, l'eredità irremovibile di Benedetto XVI
"Nel campo della
lotta agli abusi sessuali commessi da esponenti del clero Benedetto XVI ci lascia
un'eredità irremovibile che segna il futuro della Chiesa". Lo afferma S. E.
mons. Charles Scicluna, vescovo ausiliare di Malta che, per dieci anni, ha ricoperto
l'incarico di Promotore di giustizia presso la Congregazione per la dottrina della
fede, occupandosi proprio della lotta contro i casi di pedofilia nella Chiesa.
Il presule ricorda che Joseph Ratzinger, già da cardinale, come prefetto della Congregazione
per la dottrina, aveva coadiuvato il Beato Giovanni Paolo II in questo impegno. Ma
poi, dal 2005, divenuto Papa, ha perseguito questo obiettivo con decisione e perseveranza,
diventando il primo Pontfice ad incontrare e ascoltare le vittime di abusi sessuali.
"Non possiamo più tornare indietro in questo impegno, perché l'eredità che ci lascia
il Papa è, grazie a lui, non solo legge universale della Chiesa, ma anche prassi che
diventa Vangelo, retaggio di una buona notizia di una Chiesa che, non solo vuole la
purificazione all'interno, ma vuole anche rimanere, com'era da secoli, un ambiente
sicuro per i nostri bambini e per i nostri giovani". "Benedetto XVI - aggiunge
mons. Scicluna - si è impegnato con molto coraggio in particolare a rompere la cortina
di silenzio che copriva molti casi, in rispetto al principio che solo la verità ci
rende liberi". "Ci ha spinto a purificare il cuore per far sì che il volto della Chiesa
risplenda della sua verà Santità". "La più grande difficoltà che ha avuto la Chiesa
è stata quella di capire le cause di questa piaga. Siamo rimasti tutti scioccati da
questa caduta morale del clero. Poi, un'altra sfida è stata quella di non dare solo
una risposta a livello di legislazione ma anche di mentalità. Dobbiamo salvaguardare
i giovani con misure molto concrete. La risposta degli episcopati è stata molto incoraggiante,
c'è sempre molto da fare per prevenire casi futuri. Ma la determinazione di Benedetto
XVI non solo rimarrà una memoria, ormai è parte della risposta della Chiesa. Mons.
Scicluna racconta anche come ha accolto la scelta del Papa di rinunciare al Pontificato:
"Con un grande lutto interno, ma con grande rispetto all'umiltà e al coraggio del
Santo Padre che, come quel granellino che cade per terra e muore, porterà molti frutti".
Ad esprimere gratitudine a Benedetto XVI per il suo impegno contro la pedofilia è
don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, fondatore dell'Associazione Meter,
da 35 anni in primo piano nella protezione dei minori. Alla vigilia della presentazione
del Report 2012 di Meter, che conferma la gravità del fenomeno,
Don di Noto ringrazia il Papa per il coraggio e la capacità di caricarsi sulle spalle
i peccati degli altri, per purificare la Chiesa e guarirla. Il Papa ha saputo
lanciare il messaggio che bisogna sempre stare dalla parte delle vittime, cercando
la verità riguardo a coloro che si sono macchaiti di questi peccati e reati . Ma Benedetto
XVI ha anche invitato la pastorale ordinaria ad occuparsi sempre della protezione
dei vulnerabili". "Le dimissioni di Benedetto XVI - aggiunge Don Di Noto - sono
un grido che ci invita ad amare la Chiesa, a non deturparla. Sono un richiamo a tanti
altri che fanno male alla Chiesa dall'interno, e che dovrebbero dimettersi perché
non servono il Signore in maniera forte, degna, limpida e trasparente". (A cura
di Fabio Colagrande)