Esercizi spirituali. Il card. Ravasi: nella liturgia sguardo verso Dio e verso i fratelli
Proseguono nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, gli Esercizi spirituali
per la Quaresima. Il Tempio, “tenda dell’incontro”, e la liturgia, con le due dimensioni
orizzontale e verticale, al centro della quarta meditazione tenuta ieri pomeriggio
dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura,
alla presenza del Papa e della Curia Romana. Il servizio di Debora Donnini:
La grande epifania
di Dio nella liturgia. E’ il tema su cui si è soffermato il cardinale Gianfranco
Ravasi che, nelle meditazioni della mattina, aveva parlato della rivelazione di
Dio nella Parola e come Creatore. Richiamandosi ad un aforisma giudaico, il porporato
nota come la riflessione sia quasi un procedere per cerchi concentrici: dall’universo
alla Terra fino al colle di Sion, al Tempio, luogo dello svelarsi di Dio durante la
liturgia. Qui si incontrano l’uomo e Dio. Due le coordinate fondamentali della celebrazione
liturgica, nota il cardinale Ravasi: la dimensione orizzontale e quella verticale.
“Se guardiamo bene la nostra liturgia, è ininterrottamente uno sguardo
rivolto verso l’Alto, la trascendenza, verso Dio e Cristo, verso la sua Parola, ma
dall’altra parte è anche uno sguardo rivolto ai fratelli. Pensate quante volte ci
si saluta anche, all’interno della liturgia”.
Il cardinale sottolinea
come sia necessario un equilibrio fra queste due dimensioni, altrimenti c’è il rischio
o di un sacralismo fine a se stesso o di fare una riunione assembleare. Il porporato
ricorda, poi, come per accedere al culto i leviti esigano condizioni non solo rituali
ma anche dove l’elemento centrale è l’analisi del cuore: condizioni che riguardano
il vivere un’esistenza giusta e si esplicano in una serie di impegni concreti. E questo
proprio per non trasformare il culto in un rito esteriore come dice Isaia quando afferma
che Dio detesta offerte e sacrifici. L’amore ai fratelli e la confessione delle proprie
colpe sono, dunque, momenti fondamentali per varcare la soglia che conduce alla comunione
con il Signore:
“Per andare alla Comunione con Dio – un solo Pane, un solo
Calice – bisogna essere un solo Corpo, bisogna avere la comunione fra di noi”.
Riguardo
alla dimensione verticale, il cardinale Ravasi sottolinea come Dio in un certo senso
si comprima per incontrare noi, e come la carne di Cristo sia il nuovo Tempio. In
una società come la nostra spesso definita "liquida", cioè dove la morale sembra non
conoscere norme oggettive, ma solo scelte spontanee e istintive, è invece importante
ricordare che l’esperienza di incontro con Dio crea solidità. Nella meditazione
il cardinale Ravasi richiama, poi, il profeta Sofonia che parla di Sion come città-madre,
che prefigura la maternità di Maria “tempio di Dio” come diceva Sant’Ambrogio. Un
volto materno di Sion, dunque, che acquista un profilo universale nel Salmo 87 - nota
il porporato - e che rimanda alla Chiesa. Rievocati anche i Salmi delle ascensioni
a Gerusalemme, quando il pellegrino leva gli occhi verso i cornicioni del Tempio dove
si intravedono i nidi degli uccelli e prorompe nell’esclamazione: “Anche il passero
trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti, mio re e mio Dio! Beato chi abita nella tua casa: senza fine
canta le tue lodi!”. Negli Esercizi spirituali della mattina, il porporato si era
soffermato sulla rivelazione di Dio come Creatore e nella parola facendo notare che
l’incipit dell’Antico e del Nuovo Testamento è scandito proprio dalla Parola. La Parola,
infatti, indica la vera scala dei valori:
“La Parola come prima grande
epifania che è cantata nel Salterio e che io, pregando, scopro. Sento non soltanto
le mie parole che risuonano, c’è anche la Parola di Dio che risuona in me”.