Drunkoressia: nuovo pericoloso fenomeno giovanile importato in Italia dagli Stati
Uniti
Arriva dagli Stati Uniti una nuova moda: bere per dimagrire. Un’abitudine pericolosa
in aumento tra i giovanissimi. Digiunare volontariamente tutto il giorno, per poi
alla sera assumere in poche ore quantità elevate di alcolici e superalcolici. È questo
il comportamento alimentare noto con il termine drunkoressia, che ha colpito in Italia
già 300.000 ragazzi in età compresa tra i 13 e i 17 anni. La drunkoressia è soltanto
un’abitudine, o piuttosto, una vera e propria patologia? Ce ne parla la dott.ssa Laura
Della Ragione, psicoterapeuta e responsabile del Centro Disturbi del Comportamento
Alimentare di Todi. L’intervista di Roberta Calderazzo: R. – Sì, è una vera
e propria patologia, che unisce gli effetti devastanti di due disturbi: l’uso dell’alcool
e il disturbo del comportamento alimentare, in particolare l’anoressia.
D.
– Quali sono le cause della malattia? Perché si beve?
R. – Si collega a comportamenti
culturalmente condivisi, a mode, come l’uso di alcool o il fatto di essere magri.
La drunkoressia è però l’espressione di un vero e proprio disagio. I disturbi alimentari,
e quindi anche i disturbi da dipendenza, sono generalmente multifattoriali, come eziologia:
non si può identificare un’unica causa. C’è da tenere in considerazione sicuramente
l’influenza della famiglia, della genetica, l’aspetto psicologico, l’influenza dei
mass media e dei modelli culturali. Queste cause, però, sono da analizzare insieme.
Alle modalità per perdere peso e, dunque, mantenere un controllo sulle forme corporee,
si unisce anche l’uso e l’abuso di alcool. Questo, chiaramente, ha un duplice aspetto:
da una parte serve a sentirsi meglio e si ha la sensazione di non avere fame e, dall’altra,
si introduce quella quota minima di calorie, necessaria per la sopravvivenza, ottenendo
però comunque una magrezza.
D. – Bere molto che effetti provoca sul corpo di
un giovanissimo?
R. – Ha degli effetti molto negativi sul piano clinico, tra
cui alterazione degli enzimi epatici e disturbi di vario tipo.
D. – Che importanza
ha la prevenzione rispetto a questo disturbo?
R. – Questi comportamenti si
diffondono con un passaparola, per imitazione, per questo è molto importante fare
prevenzione sia nelle scuole che all’interno delle famiglie. Sono tutti comportamenti
che hanno bisogno di una grossa prevenzione. La diagnosi precoce è sicuramente decisiva,
perché se noi intercettiamo questi disturbi nel primo anno di storia di malattia,
abbiamo probabilità altissime di guarire questi ragazzi. E’ molto importante, dunque,
perché oggi, di questi disturbi, si può guarire. Le terapie sono molto specializzate
per cui prima si arriva alle cure, prima si guarisce. E’ importante dare questo come
messaggio, perché non si guarisce da soli. Questi comportamenti non vanno minimizzati
o sottovalutati. La famiglia gioca un ruolo importante, soprattutto nel riconoscimento
del disturbo, perché la famiglia deve essere attenta, e ai primi segnali di allarme
portare subito il figlio o la figlia ad un centro specializzato e deve inoltre collaborare
al trattamento. Noi, infatti, coinvolgiamo moltissimo la famiglia nei trattamenti
di questi ragazzi, perché non si possono curare i figli, se non si cura anche la famiglia.