Commozione, tristezza, speranza, ammirazione: le emozioni dei sacerdoti presenti all'incontro
con il Papa
L’incontro di Benedetto XVI nell’Aula Paolo VI con i parroci e con il clero della
diocesi di Roma, apertosi con un lungo e toccante applauso, è stato scandito da intensi
momenti di profonda commozione e gratitudine. Ascoltiamo alcuni sacerdoti intervistati
da Paolo Ondarza:
R. – Ci affidiamo
alla preghiera perché davvero questa scelta pesante, che ha segnato la storia, possa
essere accompagnata dalla preghiera della Chiesa.
R. – E’ stato un momento
molto importante. Il Papa è una persona autentica che ci ha donato il suo cuore.
R.
- L’impressione è stata bellissima e penso che sia stato un momento importante anche
per lui, questo congedo dal suo clero romano.
R. – Vuole bene alla Chiesa e
quindi il fatto stesso che lasci il ministero, ci rattrista.
R. - E’ stato
commovente, è un papà che lascia. C’è tanta tristezza, tanto rimpianto e tanta preghiera
per lui.
R. - Sentendolo e vedendolo sereno, rasserena un po’ anche noi sulla
sua decisione. Si vede che è la decisione di un pastore della Chiesa, di un uomo di
fede. Poi, è stato bello il momento in cui ha detto che lui si ritirerà nel silenzio
a pregare per noi. Non è indifferente sapere che un uomo di fede come lui continua
a pregare per il suo successore e per la sua diocesi.
R. – Il suo discorso
a braccio l’ho interpretato come un testamento: ritornare alle fonti più importanti
di questi ultimi anni, cioè il Concilio, non letto banalmente, non letto attraverso
le riduzioni o i mass media…
D. – Ma un sacerdote come vive la scelta del Papa?
R.
– All’inizio con grande emozione, sorpresa, ma poi con grande rispetto. Penso che
abbia indicato a tutti noi la strada e il luogo delle decisioni, cioè la preghiera
e il silenzio, ho sentito il dovere di un profondo rispetto per il suo cuore.
R.
- E’ una scelta personale di una libertà di coscienza che posso soltanto affidare
a Dio e ringraziare per la figura di Benedetto XVI.
R. – Nessuno di noi è Cristo,
solo Gesù è il Cristo. Questo appare chiaro dalla assoluta libertà con cui il Papa
ci ha parlato con la frase finale “Gesù vince”. E’ una scelta che mi è sembrata bella:
ha focalizzato l’importanza sul ministero petrino, più che sulla persona. E’ un atto
di grande umiltà.
R. – Ho provato sorpresa, imbarazzo, ammirazione e riconoscimento
per la sua correttezza e per la sua integrità.
R. - All’inizio l’emozione prevalente
è stata lo sconcerto, poi però vederlo anche oggi con la sua serenità, con la sua
fede, rimettere tutto nelle mani di Dio, ci dà la fede e anche la serenità di poter
accogliere la volontà di Dio e gli eventi che accadono. Abbiamo visto il Santo Padre
che ha vissuto nella fede anche questa decisione, come del resto ha vissuto nella
fede tutti questi anni di pontificato e tutte le difficoltà che ci sono state e che
abbiamo conosciuto. Non solo il Santo Padre, ma gran parte dei cristiani vive nella
fede questi eventi.