2013-02-14 16:25:58

Commozione, tristezza, speranza, ammirazione: le emozioni dei sacerdoti presenti all'incontro con il Papa


L’incontro di Benedetto XVI nell’Aula Paolo VI con i parroci e con il clero della diocesi di Roma, apertosi con un lungo e toccante applauso, è stato scandito da intensi momenti di profonda commozione e gratitudine. Ascoltiamo alcuni sacerdoti intervistati da Paolo Ondarza:RealAudioMP3

R. – Ci affidiamo alla preghiera perché davvero questa scelta pesante, che ha segnato la storia, possa essere accompagnata dalla preghiera della Chiesa.

R. – E’ stato un momento molto importante. Il Papa è una persona autentica che ci ha donato il suo cuore.

R. - L’impressione è stata bellissima e penso che sia stato un momento importante anche per lui, questo congedo dal suo clero romano.

R. – Vuole bene alla Chiesa e quindi il fatto stesso che lasci il ministero, ci rattrista.

R. - E’ stato commovente, è un papà che lascia. C’è tanta tristezza, tanto rimpianto e tanta preghiera per lui.

R. - Sentendolo e vedendolo sereno, rasserena un po’ anche noi sulla sua decisione. Si vede che è la decisione di un pastore della Chiesa, di un uomo di fede. Poi, è stato bello il momento in cui ha detto che lui si ritirerà nel silenzio a pregare per noi. Non è indifferente sapere che un uomo di fede come lui continua a pregare per il suo successore e per la sua diocesi.

R. – Il suo discorso a braccio l’ho interpretato come un testamento: ritornare alle fonti più importanti di questi ultimi anni, cioè il Concilio, non letto banalmente, non letto attraverso le riduzioni o i mass media…

D. – Ma un sacerdote come vive la scelta del Papa?

R. – All’inizio con grande emozione, sorpresa, ma poi con grande rispetto. Penso che abbia indicato a tutti noi la strada e il luogo delle decisioni, cioè la preghiera e il silenzio, ho sentito il dovere di un profondo rispetto per il suo cuore.

R. - E’ una scelta personale di una libertà di coscienza che posso soltanto affidare a Dio e ringraziare per la figura di Benedetto XVI.

R. – Nessuno di noi è Cristo, solo Gesù è il Cristo. Questo appare chiaro dalla assoluta libertà con cui il Papa ci ha parlato con la frase finale “Gesù vince”. E’ una scelta che mi è sembrata bella: ha focalizzato l’importanza sul ministero petrino, più che sulla persona. E’ un atto di grande umiltà.

R. – Ho provato sorpresa, imbarazzo, ammirazione e riconoscimento per la sua correttezza e per la sua integrità.

R. - All’inizio l’emozione prevalente è stata lo sconcerto, poi però vederlo anche oggi con la sua serenità, con la sua fede, rimettere tutto nelle mani di Dio, ci dà la fede e anche la serenità di poter accogliere la volontà di Dio e gli eventi che accadono. Abbiamo visto il Santo Padre che ha vissuto nella fede anche questa decisione, come del resto ha vissuto nella fede tutti questi anni di pontificato e tutte le difficoltà che ci sono state e che abbiamo conosciuto. Non solo il Santo Padre, ma gran parte dei cristiani vive nella fede questi eventi.







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