Festival Sanremo. Polemica per l'intervento pro nozze gay. Moige: ora spazio alle
famiglie”
Fa discutere l’intervento a favore dei matrimoni omosessuali da parte di due gay sul
palco del Festival di Sanremo. Il tema, molto controverso, è stato affrontato senza
una pluralità di punti di vista e a discapito di altre istanze che stentano a trovare
spazio in eventi di grande risonanza mediatica. Per questo motivo il Moige – Movimento
italiano genitori – ha chiesto alla Rai di ospitare un intervento per la difesa dei
diritti delle famiglie costituzionalmente riconosciuti. Sentiamo il direttore generale
del Moige, Antonio Affinita, al microfono di Marco Guerra:
R. - Si portano
avanti delle istanze che sono ampiamente dibattute senza offrire una par condicio,
una pari opportunità, un confronto adeguato che - è quello che mi piace dire - in
questo momento abbiamo chiesto al direttore di Rai Uno, Leone. Noi chiediamo che si
parli di tutte le discriminazioni fiscali subite, da oltre 40 anni, dalla famiglia
- come certificato dalla Corte costituzionale, con varie sentenze - che dovrebbe essere
tutelata costituzionalmente. Riteniamo che sia giusto che si parli di tutte le tematiche,
ma allo stesso tempo, senza privilegiare una tematica a discapito di altre.
D.
- Ma perché una cornice come quella del Festival della canzone deve fare da megafono
a posizioni così controverse affrontandole in modo così unilaterale?
R. - Non
voglio entrare nelle dinamiche di scelte ideologiche che in questo momento ci appaiono
fin troppo evidenti. Viene detto che tutta l’Europa ha fatto questo passo - anche
questa è un’altra bugia - quando invece c’è un’ultra ampia parte d’Europa che invece
questo passo non l’ha fatto. Un passo che va analizzato bene. È il cambiamento di
una visione antropologica dell’uomo e dobbiamo dire se vale la pena fare o no questo
percorso. Quindi è un’analisi molto complessa. Sicuramente giocarla all’interno di
una manifestazione di canzoni come Sanremo è improprio, ma nello stesso tempo, noi
ribadiamo che adesso è doveroso che si parli anche delle istanze e delle famiglie.
D.
- A tal proposito infatti è difficile immaginare uno spazio dedicato per un intervento
di segno opposto, ad esempio per una campagna anti abortista. Perché esiste un diritto
d’asilo a corrente alternata su alcune tematiche?
R. - Perché esistono chiare
e legittime posizioni, valutazioni su determinati argomenti dove c’è una visione autoriale
di chi fa il programma che va in certe direzioni. Ne prendiamo atto nell’ambito di
quello che può essere il dibattito democratico, ma nello stesso tempo, riteniamo che
tante altre istanze devono essere portate avanti con la stessa intensità e la stessa
condizione. È necessario che ci sia un autentico confronto, ed è giusto che ci siano
varie espressioni di modo di vivere, di filosofie e di culture. Ci auguriamo che ci
sia una puntata riparatrice - stiamo insistendo moltissimo in questo senso - che vada
incontro ad un’esigenza di democraticità per il fatto stesso che ci sono i telespettatori
che pagano il canone e non tutti la pensano come l’hanno pensata gli autori. Ma ci
saranno anche tante altre istanze, c’è questo desiderio di matrimonio anche da parte
di tanti immigrati che praticano la poligamia! Assistiamo invece quasi ad un volerci
focalizzare come se l’urgenza dei diritti civili sia solo questa. Per noi l’urgenza
dei diritti civili in questo momento è quella di poter fare liberamene un figlio e
non diventare poveri e vogliamo poterlo dire nella cornice di Sanremo. Ci sembra un
diritto democratico e legittimo.