Rinnovamento nello Spirito: “Una scelta d’amore, coraggioso gesto di libertas in veritate”
Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, ha
rilasciato questa dichiarazione sulla rinuncia del Papa: «La notizia delle dimissioni
del Pontefice Benedetto XVI ha suscitato in me e nel RnS tutto stupore, dolore e commozione.
Il Papa della Caritas in veritate si congeda così dal mondo intero all’insegna della
libertas in veritate, con un coraggioso quanto sorprendente (non si dica “inaspettato”,
dal momento che più volte il Pontefice ne aveva ipotizzato la possibilità) gesto di
libertà nella verità. La sua non è una fuga dalla responsabilità di un Pontificato
terribilmente esigente quanto ad efficienza richiesta, piuttosto l’umile, coscienziosa,
veritiera espressione di una responsabilità che non potendo più essere onorata nella
pienezza del servizio richiesto e non potendo essere delegata ad alcun altro Vescovo
o Cardinale, può solo essere rimessa nelle mani del Collegio cardinalizio, perché
sia lo Spirito Santo ad indicare chi dovrà governare la Chiesa. Il Papa è il solo
Vicario di Cristo e a nessuno è concesso di vicariarlo! Certo la decisione di Benedetto
XVI pone alla Chiesa, che di tradizioni plurisecolari vive, la “sfida” di scegliere
il Successore di Pietro non post mortem e d’intendere ora, in modo adeguato “cosa
lo Spirito le chiede” di compiere. Benedetto XVI, chiamato alla guida della Chiesa
dopo il Pontificato “magno” del Beato Giovanni Paolo II, si era autodefinito “operaio
della vigna del Signore”, offrendoci in modo inequivocabile la nozione di Papato come
“servizio” e non come “potere”. E il servizio richiede non solo la piena donazione
di sé, ma energie, forze, dinamismo che Pontificati precedenti a quello del Beato
Giovanni XXIII non avevano prima mai conosciuto, registrando una progressiva accelerazione,
impressionante con l’inizio del terzo millennio. Dunque la necessità di essere “operativi”
sui molteplici e complessi scenari della globalizzazione, la cura pastorale della
Curia Romana, l’effettiva vicinanza alle Chiese e ai fedeli di ogni angolo della terra,
hanno portato Benedetto XVI, in retta coscienza non a lasciare la Chiesa, ma a lasciarla
nelle mani di un nuovo Pontefice. Immaginiamo quanta sofferenza e quanta umiliazione
abbiano accompagnato la decisione assunta dal Successore di Pietro. Prenderne atto,
seppure con dispiacere, significa intanto ringraziare il Signore per il dono di questi
otto anni di Pontificato, grazie ai quali la Chiesa ha ritrovato una nuova, lucida
passione per la fede in Gesù e per tutte le sue coerenti applicazioni. Ci stringiamo
al Papa con grande affetto filiale e riconoscente, memori dei grandi doni che ha voluto
elargire alla “famiglia del Rinnovamento”, in ultimo, proprio nei giorni scorsi, il
dono della Fondazione Vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth” a noi
affidata per la diffusione del Magistero della Chiesa nel mondo, in special modo in
Terra Santa. Da questo momento il Rinnovamento nello Spirito indice un tempo speciale
di preghiera di intercessione, denominato “Muro di Fuoco”, che vedrà coinvolte tutte
le Diocesi d’Italia, a sostegno del Papa e della Chiesa tutta. Non è tempo di dietrologie:
il Papa ci invita a guardare avanti. Lui ha aperto per noi la porta della fede con
una forza testimoniale rara. L’ha varcata per primo e ora chiede a noi di proseguire
il cammino. La nostra cattolicità è cum Petro. Oggi, più che mai, siamo debitori alla
Chiesa di amore e di comunione. E non vogliamo perdere la gioia della speranza, seppure
oggi tribolata, come Benedetto XVI ci ha chiesto di fare sin da quando si è presentato
al mondo il giorno della sua elezione».