Il vescovo di Carpi: affetto, preghiera e riconoscenza per Benedetto XVI
Il vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, aveva incontrato recentemente
il Papa durante la sua visita "ad Limina". Giancarlo La Vella gli ha chiesto
come abbia accolto la notizia della rinuncia di Benedetto XVI:
R. - La notizia
mi ha profondamente turbato. Ed ha turbato non solo me, ma anche tutta la mia Chiesa,
un ulteriore atto che il Signore ci chiede di metterci nelle sue mani. Personalmente
sono molto legato a questo Pontificato, rispetto la decisione del Santo Padre, però
questo mi porta anche a riflettere sul fatto che personalmente mi sento orfano in
questo momento, perché si era instaurato un legame profondo - non solo per gli anni
che ho lavorato in Segreteria di Stato - ma anche una sintonia dal punto di vista
spirituale, della visione della fede e della Chiesa proposta dal Santo Padre. In questo
momento non posso che dire: “Signore sia fatta la tua volontà!” continuando ad assicurare
al Santo Padre il mio affetto, la mia preghiera, ed anche la riconoscenza per tutto
quello che in questi sette anni di Pontificato ha realizzato ed ha fatto per la Chiesa
e per il mondo intero.
D. - Proprio pochi giorni fa il suo incontro con Benedetto
XVI in occasione della visita ad Limina dei vescovi emiliani. Quali momenti, quali
immagini porterà con sè di questo dialogo col Papa?
R. - Dialogo di un padre
con un figlio, un padre che si è interessato, si è preoccupato. Adesso credo anche
di poter dire questo - prima mi sembrava indiscreto - anche attraverso la radio: ha
detto che si sarebbe interessato a trovare una soluzione riguardo il problema del
Palazzo vescovile di Carpi che è stato distrutto dal terremoto. E questo solo per
fare un esempio dell’attenzione del Santo Padre. Questo è il ricordo che io conservo.
Nello stesso tempo ringrazio il Signore: forse siamo stati tra gli ultimi vescovi
che il Papa ha accolto. La caratteristica umana di questo Pontefice sarà ricordata
per la sua accoglienza e per la sua umanità. Ci si sentiva come di trovarsi di fronte
al proprio padre, poter parlare liberamente, dimenticando che invece ti trovavi davanti
al Successore di Pietro e al Vicario di Gesù Cristo, e questa era proprio la sua grande
capacità, quella di mettere a proprio agio le persone che incontrava.
D. -
Un padre vicino ai suoi figli, soprattutto nei momenti di difficoltà, ricordiamo per
voi c’è stato il sisma ...
R. - Segno di questa paternità è stato proprio la
visita che il Papa ha compiuto da noi ad un mese esatto dal disastroso sisma, per
venire a consolare e a portare una parola di conforto alle persone, ai sacerdoti e
allo stesso vescovo. Credo che per noi Benedetto XVI rimarrà comunque un punto di
riferimento indelebile ed insostituibile.