In Siria il regime sembra disposto a negoziare ma “senza condizioni preliminari”
Il regime siriano di Basjar Al-Assad è pronto a dialogare con gli insorti per mettere
fine al conflitto che insanguina il Paese, ma “senza condizioni preliminari”. Lo ha
ribadito il ministro dell'Informazione in risposta allo spiraglio aperto nei giorni
scorsi da esponenti di una parte dell'opposizione. Il servizio di Fausta Speranza
L’opposizione
sembra disposta a negoziare con il vicepresidente Faruq al Sharaa: da mesi è fuori
dalle scene e considerato da parte dell’opposizione non responsabile della repressione.
Intanto combattimenti tra ribelli e forze governative sono stati registrati anche
ieri in quartieri periferici di Damasco e, con particolare violenza, in un'area di
Aleppo, dove tre soldati e cinque miliziani filo-regime sono stati uccisi, secondo
quanto riferisce l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).
C’è poi l’allarme dell'Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: nell’ultimo mese
si contano oltre 160 mila nuovi fuggitivi siriani, al ritmo di circa 5 mila al giorno.
Resta da riferire i retroscena della posizione statunitense: Leon Panetta, in una
delle sue ultime uscite pubbliche prima di lasciare la guida del Dipartimento della
Difesa di Washington, fa sapere che Cia, Dipartimento di Stato e Pentagono erano d'accordo
su un piano per armare i ribelli siriani, ma il presidente Obama l’ha fermato.