Bilancio Ue: manca ancora l'accordo, divergenze su destinazione fondi
Dopo una notte di negoziati, manca ancora l’accordo sul bilancio dell’Unione Europea
2014-2020. Nel pomeriggio sono ripresi i lavori del vertice Ue per trovare un’intesa.
Il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy ha presentato una bozza di compromesso,
che prevede sostanziosi tagli rispetto al bilancio precedente. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Per la prima
volta nella storia dell'Unione Europea, il bilancio comunitario non aumenta. E’ stata
raggiunta un’intesa di massima sul tetto totale di spesa: 960 miliardi di euro per
impegni di spesa, con una riduzione di circa il 3% rispetto al bilancio precedente.
Diversi i nodi da sciogliere. Non è stato ancora trovato un accordo sulla ripartizione
tra Paesi membri e sulla questione degli sconti di cui godono alcuni Stati. Al momento,
le posizioni sono ferme su due fronti. Da una parte i Paesi del Sud, con Francia e
Italia in testa, che difendono crescita e fondi agricoli. Dall'altra, gli Stati del
Nord, tra cui Gran Bretagna e Germania, propendono invece per un bilancio più austero.
Restano dunque ancora forti divergenze, come sottolinea al microfono di Luca Collodi
il prof. Stefano Zamagni, docente di Economia Politica all’Università di Bologna:
“Quando
un’Unione di Paesi, come quella europea, è fondata solo sugli interessi e non anche
su valori trascendenti, i risultati sono quelli che vediamo per il conflitto oggi
in atto che è un conflitto di interessi. Ci sono Paesi che danno più di quanto ricevono
e altri ricevono più di quanto danno”.
Per superare gli interessi nazionali,
l'Europa deve recuperare la propria originaria dimensione solidaristica. Il commento
di Gianni Borsa corrispondente da Bruxelles dell'agenzia Sir:
“Bisgona
capire quanto gli Stati più grandi e più forti economicamente sanno stare in un'Europa
in una chiave solidaristica. Non dimentichiamo che la parola chiave della costruzione
europea è esattamente la solidarietà: si sta insieme per camminare insieme”.
In
base alla bozza presentata dal presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, sono previsti
tagli in ambiti cruciali per la crescita: oltre 13 miliardi in meno per infrastrutture,
innovazione e ricerca. Confermato il fondo per gli aiuti ai cittadini più poveri,
ma con una riduzione superiore ai 2 miliardi di euro. Previsti poi tagli, di quasi
due miliardi, per gli Affari Esteri e di oltre un miliardo per le spese amministrative
dell'Unione Europea. Nella bozza ci sono anche dei fondi aggiuntivi: 6 miliardi di
euro per combattere la disoccupazione giovanile nei Paesi dove supera il 25%; un miliardo
e mezzo per le regioni meno sviluppate dell'Italia nell'ambito di un pacchetto per
i Paesi che sono stati più colpiti dalla crisi economica e finanziaria, che conferisce
finanziamenti aggiuntivi anche a Grecia, Spagna e Portogallo. Ma sul bilancio indicato
nella bozza pesa il giudizio negativo del presidente del Parlamento europeo, Martin
Schulz: “Non posso immaginare – ha detto - che il Parlamento approvi un bilancio che
crea deficit”.