2013-02-07 14:31:17

Siria: armeni in fuga verso il Nagorno Karabakh. Proteste dell'Azerbagian


In Siria imperversa la battaglia attorno a Damasco. Ieri il governo ha annunciato l’uccisione di oltre 400 persone, ritenuti "terroristi". Intanto, sul fronte umanitario, desta preoccupazione l’esodo dei profughi siro-armeni alla volta del Nagorno Karabach, l’enclave armena amministrata dall’Azerbaijan, al centro di una irrisolta questione per la sovranità tra Baku e Yerevan. Negli anni ’90 la guerra tra i due Paesi provocò migliaia di vittime. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Luigi Geninazzi, esperto di Europa dell’Est::RealAudioMP3

R. – Ormai sono circa 20 anni, dal 1994, che il Nagorno Karabakh, enclave armena nell’Azergaigian, gode di un’autonomia de facto, che però non è riconosciuta da nessuno ad eccezione dell’Armenia, ovviamente. E’ una situazione che risale ai tempi di Stalin, che nel Caucaso spostava a centinaia di migliaia le popolazioni per un suo folle piano di equilibrio etnico che, con la fine dell’Unione Sovietica, ha dato il via a tantissime guerre etniche, soprattutto nel Caucaso.

D. – Quale rischio rappresentano questi profughi per il governo azero?

R. – Il fatto che i profughi armeni che scappano da una Siria in guerra vogliano arrivare lì è significativo: vogliono tornare nella loro terra, ma non vanno in Armenia. Vanno, invece, nell’enclave armena in Azerbaigian. Sono poche migliaia, però essendo la popolazione del Nagorno poco meno di 200 mila persone, tutto questo può essere interpretato dal governo dell’Azerbaigian come una provocazione. Noi sappiamo che nelle situazioni congelate, come lo è quella del Nagorno Karabakh, basta un nonnulla per riaccendere le tensioni, per fare esplodere antichi odi e magari la guerra.

D. – Guardando più in generale all'esodo dei profughi siriani sia all’interno del Paese che all’esterno, questo rischia di diventare un’emergenza nella già grave emergenza guerra civile?

R. – Io credo che questa sia già un’emergenza, innanzitutto umanitaria per le tristissime condizioni di migliaia di famiglie costrette a fuggire in fretta e furia, con parenti che sono stati uccisi o minacciati; ma diventa anche un’emergenza politica: guardiamo alla Giordania, ad esempio. Infatti, questa situazione fa esplodere le tensioni; per ora sono controllate … In Libano, senz’altro, dove la tensione è sempre altissima … E per certi aspetti rappresenta un problema anche per la Turchia. Quindi, quando masse di profughi scappano da una situazione di guerra, non rappresentano mai soltanto un problema umanitario, ma diventano anche un problema politico.



Aggiornamento 8 febbraio







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