Saluto del Papa al Convegno sui 50 anni del Trattato franco-tedesco
Se il Trattato dell’Eliseo pose termine al secolare conflitto fra Francia e Germania,
a cinquant’anni di distanza le ragioni che hanno portato a quella firma vanno continuamente
rivitalizzate affinché quanto raggiunto “non venga minato da nuove sfide e da miopi
interessi particolari, o non venga persino abbandonato”. Su questo cruciale tema riflette
il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in un saluto inviato a nome del
Papa, alla conferenza ospitata ieri dalla Pontificia Università Gregoriana, nel 50.mo
anniversario del Trattato. Nel testo, letto dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario
per i Rapporti con gli Stati, è sottolineata l’importanza dello scambio di idee e
del dibattito in corso, animato tra gli altri da Annegret Kramp-Karrenbauer, ministro
presidente del Saarland e incaricata della Germania per le relazioni culturali franco-tedesche,
e da Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi. Ma proprio
in questi momenti, nei quali si celebrano eventi che hanno lasciato un segno profondo
nella storia, non si possono dimenticare gli artefici di quegli accordi, che riuscirono
a trovare un compromesso quando ogni tentativo di conciliazione - ricorda l'Osservatore
Romano - sembrava destinato a fallire. Anche per questo nel testo viene richiamato
alla memoria "l’impegno personale dei padri del Trattato, Charles de Gaulle e Konrad
Adenauer". Ancor prima che l’accordo fosse siglato — è sottolineato poi nel saluto
— "i due grandi protagonisti dell’Europa postbellica, con la loro partecipazione alla
Messa di riconciliazione nella Cattedrale di Reims, misero in rilievo che la politica
si basa su principi che essa non può darsi da se stessa". E proprio in quell’occasione
fu particolarmente evidente come "la legge morale naturale, e i valori e i diritti
umani plasmati dal Vangelo, costituiscono il fondamento di una politica che veramente
si pone al servizio della giustizia e della pace, nonché del progresso dell’intera
famiglia umana".