Lo scoutismo cattolico si ritrova ad Assisi. I vescovi: riscoprire la dimensione evangelizzatrice
E’ stato molto importante per le tre sigle dello scoutismo cattolico, Agesci, Fse
e Masci, ritrovarsi insieme ad Assisi per tre giorni, da lunedì a mercoledì, in occasione
del Convegno nazionale. Un incontro aperto dal segretario generale della Cei, mons.
Mariano Crociata, e che ha sottolineato l’attuale sinergia delle tre associazioni.
Lo conferma padreAlessandro Salucci, assistente ecclesiastico generale
di Agesci, intervistato da Francesca Sabatinelli:
R. - Le tre
associazioni che vivono appartenenze diverse, per la prima volta si sono incontrate
ad un livello alto. Non possiamo continuare a vivere la stessa proposta scout in maniera
separata, ma uno può portare contributi significativi all’altro. Gli scout d’Europa
stanno vivendo una dimensione più attenta alla metodologia. L’Agesci - che nel tempo
si è approcciata più a dimensioni politico sociali - ha bisogno di ritornare al suo
fondamento metodologico. Il movimento adulti scout, il Masci, ci ha portato l’esperienza
di uno scoutismo che educa, anche nelle stagioni della vita che non sono più quelle
della fascia preadolescenziale ed adolescenziale. La cosa bella è la sintonia che
si è creata sin dall’inizio, con una continua ricerca della specificità dell’altro,
per poter crescere insieme. Mons. Crociata ha aperto la sua relazione lunedì, dicendo
che il sacerdote è uno che costruisce ponti e lo abbiamo sperimentato durante questi
tre giorni. Ponti fra di noi, ma anche ponti di evangelizzazione, di formazione catechetica
nei confronti delle persone che si avvicinano alla nostra associazione, che non sono
più necessariamente soltanto cattoliche, ma sono persone anche di altre confessioni
cristiane, islamiche, che si avvicinano allo scoutismo cattolico perché comunque è
uno scoutismo di forte identità religiosa.
D. - Lei ha citato mons. Crociata
- segretario generale della Cei - che tipo di relazione c’è oggi tra lo scoutismo
cattolico e gli orientamenti della Conferenza episcopale italiana?
R. - Un’affinità
profondissima. La Conferenza episcopale italiana ha decretato per il decennio 2012
- 2020 la rimessa a fuoco della tematica educativa. Un’associazione come quella dello
scoutismo, che fa dell’educazione il suo specifico, si trova in una sintonia notevole
con questo percorso e l’intervento di mons. Crociata ci ha fatto comprendere quanto
effettivamente la Chiesa italiana oggi sia legata in profondità alla proposta dello
scoutismo cattolico italiano e di quanto si faccia, in qualche maniera, promotore
di una proposta che è la proposta dei vescovi. La Chiesa italiana ci ha anche invitato
a riscoprire la fase evangelizzatrice e catechizzatrice che lo scoutismo può avere,
in quanto associazione che vive un po’ sulla frontiera. Noi riusciamo a raggiungere
situazioni sociali e familiari non necessariamente legate alla struttura parrocchiale.
Mons. Crociata ci ha chiesto una collaborazione attiva, invitandoci alla possibilità
di pensare anche a dei catechismi adeguati, tenendo presente gli orientamenti della
catechesi dati dalla Cei. Ci ha fatto la proposta della riscoperta dei sacramenti
dell’iniziazione cristiana: abbiamo sempre più bambini di 10 anni non battezzati,
e grazie alla proposta scout le famiglie li fanno partecipare al Battesimo; accompagniamo
sempre di più adulti al sacramento della Confermazione.
D. - Le sfide da affrontare:
lei si sofferma in particolare sulla crisi della adultità…
R. - E’ una fragilità
dell’adulto che vive sempre più una dimensione adolescenziale: non responsabile nei
confronti della vita, nei confronti di se stesso, nei confronti della società. Un
adulto che manca alla sua dimensione educativa, perché non è più quel testimone che
offre la sua vita ed il suo percorso come modello per le generazioni che verranno.
Quindi, forse, c’è la necessità di ricostruire una spiritualità dell’adulto. In questo
convegno è stato bello capire che il Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani)
può aiutarci a formare i nostri adulti educatori, che vivono anche loro la crisi della
adultità e quindi, siamo usciti da questo convegno con questa sinergia: ciascuno rioffrirà
all’altro le sue competenze.