2013-02-07 13:16:27

Lo scoutismo cattolico si ritrova ad Assisi. I vescovi: riscoprire la dimensione evangelizzatrice


E’ stato molto importante per le tre sigle dello scoutismo cattolico, Agesci, Fse e Masci, ritrovarsi insieme ad Assisi per tre giorni, da lunedì a mercoledì, in occasione del Convegno nazionale. Un incontro aperto dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, e che ha sottolineato l’attuale sinergia delle tre associazioni. Lo conferma padre Alessandro Salucci, assistente ecclesiastico generale di Agesci, intervistato da Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

R. - Le tre associazioni che vivono appartenenze diverse, per la prima volta si sono incontrate ad un livello alto. Non possiamo continuare a vivere la stessa proposta scout in maniera separata, ma uno può portare contributi significativi all’altro. Gli scout d’Europa stanno vivendo una dimensione più attenta alla metodologia. L’Agesci - che nel tempo si è approcciata più a dimensioni politico sociali - ha bisogno di ritornare al suo fondamento metodologico. Il movimento adulti scout, il Masci, ci ha portato l’esperienza di uno scoutismo che educa, anche nelle stagioni della vita che non sono più quelle della fascia preadolescenziale ed adolescenziale. La cosa bella è la sintonia che si è creata sin dall’inizio, con una continua ricerca della specificità dell’altro, per poter crescere insieme. Mons. Crociata ha aperto la sua relazione lunedì, dicendo che il sacerdote è uno che costruisce ponti e lo abbiamo sperimentato durante questi tre giorni. Ponti fra di noi, ma anche ponti di evangelizzazione, di formazione catechetica nei confronti delle persone che si avvicinano alla nostra associazione, che non sono più necessariamente soltanto cattoliche, ma sono persone anche di altre confessioni cristiane, islamiche, che si avvicinano allo scoutismo cattolico perché comunque è uno scoutismo di forte identità religiosa.

D. - Lei ha citato mons. Crociata - segretario generale della Cei - che tipo di relazione c’è oggi tra lo scoutismo cattolico e gli orientamenti della Conferenza episcopale italiana?

R. - Un’affinità profondissima. La Conferenza episcopale italiana ha decretato per il decennio 2012 - 2020 la rimessa a fuoco della tematica educativa. Un’associazione come quella dello scoutismo, che fa dell’educazione il suo specifico, si trova in una sintonia notevole con questo percorso e l’intervento di mons. Crociata ci ha fatto comprendere quanto effettivamente la Chiesa italiana oggi sia legata in profondità alla proposta dello scoutismo cattolico italiano e di quanto si faccia, in qualche maniera, promotore di una proposta che è la proposta dei vescovi. La Chiesa italiana ci ha anche invitato a riscoprire la fase evangelizzatrice e catechizzatrice che lo scoutismo può avere, in quanto associazione che vive un po’ sulla frontiera. Noi riusciamo a raggiungere situazioni sociali e familiari non necessariamente legate alla struttura parrocchiale. Mons. Crociata ci ha chiesto una collaborazione attiva, invitandoci alla possibilità di pensare anche a dei catechismi adeguati, tenendo presente gli orientamenti della catechesi dati dalla Cei. Ci ha fatto la proposta della riscoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: abbiamo sempre più bambini di 10 anni non battezzati, e grazie alla proposta scout le famiglie li fanno partecipare al Battesimo; accompagniamo sempre di più adulti al sacramento della Confermazione.

D. - Le sfide da affrontare: lei si sofferma in particolare sulla crisi della adultità…

R. - E’ una fragilità dell’adulto che vive sempre più una dimensione adolescenziale: non responsabile nei confronti della vita, nei confronti di se stesso, nei confronti della società. Un adulto che manca alla sua dimensione educativa, perché non è più quel testimone che offre la sua vita ed il suo percorso come modello per le generazioni che verranno. Quindi, forse, c’è la necessità di ricostruire una spiritualità dell’adulto. In questo convegno è stato bello capire che il Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani) può aiutarci a formare i nostri adulti educatori, che vivono anche loro la crisi della adultità e quindi, siamo usciti da questo convegno con questa sinergia: ciascuno rioffrirà all’altro le sue competenze.

Ultimo aggiornamento: 8 febbraio







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