Libano: intervento della Chiesa maronita sul matrimonio civile
Il matrimonio civile può affiancare ma non può sostituire il matrimonio religioso.
E la questione può essere affrontata in maniera proficua solo tenendo distinti gli
aspetti civili e quelli religiosi del vincolo matrimoniale. Come appreso dall’agenzia
Fides, sono questi i punti fermi definiti dall'episcopato maronita sulla questione
di un possibile riconoscimento dei matrimoni tra cittadini libanesi, celebrati con
rito civile. Nell’incontro mensile, svoltosi mercoledì nella sede patriarcale di Bkerkè,
sotto la guida del patriarca Bechara Boutros Rai, i vescovi della Chiesa maronita
hanno espresso una posizione interlocutoria su un argomento tornato nelle ultime settimane
al centro del dibattito politico-mediatico libanese. Nel comunicato finale dell'incontro,
pervenuto all'Agenzia Fides, i vescovi libanesi prendono atto che l'eventuale approvazione
del matrimonio civile in Libano comporta necessariamente un emendamento all'articolo
9 della Costituzione. Per i cristiani maroniti, notano, “il matrimonio è uno dei sacramenti
della Chiesa e il matrimonio civile non può rimpiazzare questo sacramento. Dunque,
quelli che si uniscono in matrimonio civile, se sono credenti, sono tenuti a rettificare
il proprio status sposandosi in chiesa, per potersi avvicinare agli altri sacramenti”.
Distinguere tra aspetti civili e religiosi del matrimonio rappresenta, dunque, un
punto di partenza per venire incontro alle richieste dei cittadini libanesi che intendono
sposarsi con rito civile e non religioso. La discussione pubblica sul matrimonio civile
si è riaccesa a novembre, quando una coppia di ragazzi appartenenti a famiglie musulmane
sciite ha firmato il loro contratto di matrimonio civile davanti a un avvocato e non
davanti a una corte religiosa, depositandolo poi presso la consulta del Ministero
degli interni, in attesa di un parere ufficiale. Finora, le coppie libanesi che vogliono
celebrare il proprio matrimonio con rito civile ricorrono all'escamotage di sposarsi
civilmente a Cipro per poi far registrare in Libano la propria unione. Il mese scorso,
il presidente libanese, il cristiano maronita Michel Sleiman, ha espresso il suo parere
favorevole a un pieno riconoscimento giuridico dei matrimoni civili. Un rifiuto radicale
a inserire la questione nell'agenda politica è venuta dal Gran Mufti Mohammad Rashid
Qabbani. La massima autorità dell'Islam sciita in Libano ha emesso una fatwa per diffidare
tutti i politici e i ministri musulmani dal sostenere qualsiasi forma di inquadramento
legale del matrimonio civile, se non vogliono essere considerati come degli “apostati”.
(R.P.)