Indagine europea: in crescita i giovani esposti ai pericoli della Rete
Sono sempre di più i giovani esposti ai rischi di internet. Lo rivela l’ultimo rapporto
diffuso da “EU Kids Online”, curato da un network di ricercatori presenti in 30 paesi
d’Europa e finanziato dalla Commissione europea. L’indagine prende in esame tre diversi
fattori: l’esposizione a contenuti pornografici, i messaggi a sfondo sessuale e il
bullismo che riguarda in Europa il 6% dei ragazzi intervistati. Al microfono di Alessandro
Filippelli, Giovanna Mascheroni, responsabile della ricerca per l’Italia.
R. – Rispetto
ai dati che abbiamo raccolto e presentato nell’ultimo Rapporto, si tratta di dati
che mettono in luce come l’esperienza online e quella offline siano fortemente contigue.
I ragazzi che sono più vulnerabili ai rischi della rete sono innanzitutto i bambini
più piccoli, quelli di nove-dieci anni, quelli che hanno meno reti di relazioni e
quindi meno persone a cui chiedere aiuto; ma sono anche i ragazzi meno alfabetizzati
all’uso della rete. I ragazzi più vulnerabili sono pure quelli che lo usano meno,
perché conoscono meno anche i meccanismi di difesa. Poi, sono i ragazzi che hanno
difficoltà psicologiche ed emotive.
D. – Quali sono i pericoli maggiormente
riscontrati in questa indagine?
R. – Dipende. Nel senso che i rischi più diffusi
sono anche quelli che provocano meno danni per l’adolescente: quindi i rischi di contenuto,
l’esposizione involontaria a materiale pornografico o a contenuti di carattere negativo
generati dagli utenti, come l’incitamento alla violenza, all’anoressia … Queste sono
le esperienze più comuni. Mentre i rischi più problematici sono sicuramente il bullismo,
che fortunatamente è un’esperienza poco diffusa che riguarda solo il 2% dei ragazzi
italiani che abbiamo intervistato. Però, il bullismo è molto pericoloso perché oltre
due terzi di chi ha subito un’esperienza di bullismo online riferisce di averne sofferto,
e anche per un tempo abbastanza lungo. Quindi, diciamo che in effetti le conseguenze
sono pericolose.
D. – Siamo nell’era digitale: i giovani si interfacciano senza
alcun problema con internet e i social network. Come dovrebbero comportarsi i genitori?
R.
– I genitori devono cercare di condividere il più possibile l’esperienza online dei
loro figli, perché abbiamo visto – appunto – che le strategie di mediazione cosiddette
restrittive – vale a dire, l’imposizione di regole che tendano a limitare l’attività
online oppure il tempo trascorso su internet – in realtà hanno l’effetto di ridurre
anche le opportunità, mentre il dialogo e l’uso congiunto della rete promuovono invece
usi sicuri e responsabili, e quindi favoriscono sia il beneficio di tutte le opportunità
che la rete offre ai ragazzi, ma anche la capacità di sapersi difendere da eventuali
rischi in cui ci si può imbattere.