Cresce l'uso del velo tra le donne nel mondo islamico. Renata Pepicelli: fenomeno
identitario
Attorno alla questione del velo nella società islamica si addensano accesi dibattiti
così come pregiudizi. C’è chi lo considera l’espressione più esplicita della sottomissione
della donna a una società patriarcale, chi la riaffermazione della sfera religiosa
e tradizionale nella vita quotidiana, altri ancora una scelta politica, libera e consapevole.
Renata Pepicelli, attenta studiosa della questione femminile nelle società
islamiche, con il suo libro “Il Velo nell’Islam, storia politica estetica”, apre squarci
di grande interesse sul fenomeno del ritorno al velo nel mondo musulmano. Luca
Attanasio l’ha intervistata:
R. – Noi assistiamo,
in questo ultimo decennio, a un’affermazione del velo. Fino all’inizio del ’900 le
donne musulmane andavano in giro velate. Il ’900 è il grande secolo dello svelamento.
Sul finire del secolo scorso vediamo, invece, una riaffermazione del velo. Però, in
qualche modo, non è un vero e proprio ritorno, non è esattamente il velo delle madri,
delle nonne, bensì una re-invenzione identitaria, sicuramente a partire da una matrice
religiosa, una interpretazione dei testi sacri. A questo si affiancano questioni e
motivazioni di carattere politico, sociale, economico, culturale e identitario, più
generale. Spesso si vede nel velo solo l’affermazione dei movimenti e partiti dell’islam
politico, che sicuramente fanno del velo una bandiera politica. Ma ci sono anche donne
di movimenti della sinistra, dell’estrema sinistra, che indossano il velo. Ci sono
molte donne che indossano il velo a partire da un revival religioso.
D. -
Quindi, non necessariamente un portato del fondamentalismo ...
R. - Ddobbiamo
fare attenzione a non considerare necessariamente le donne velate portatrici di una
ideologia islamista. Usato da un mondo musulmano che si sente spesso sotto attacco,
giudicato, il velo diventa in difesa di una cultura, di una religione, di un modo
di pensare, di essere, ma diventa anche orgoglio, ed è ancor più vero dopo l’11 settembre.
La rappresentazione della donna musulmana è uno dei grandi stereotipi con cui l’Occidente
ha sempre guardato e ha rappresentato l’Oriente: un’immagine femminile che non è mai
positiva. Senza possibilità di scelta erano prima le odalische degli harem, considerate
inavvicinabili da pittori, scrittori e romanzieri dell’800, e lo sono oggi le donne
velate. E’ uno stereotipo, a ben vedere, molto duro a morire.