Al via a Berlino il 63.mo Festival internazionale del Cinema
L’Estremo Oriente, le arti marziali, gli anni 30, la filiazione, i combattimenti,
le storie intime degli esseri umani e il grande peso della storia: si apre all’insegna
del movimento, della coreografia, dello spettacolo – ma anche della malinconia, del
senso di perdizione, della tristezza per la finitudine delle cose terrene – la 63.ma
edizione del Festival di Berlino. Si apre con il bel film di Wong Kar Wai, “The Grandmaster”,
che unisce la passione del regista cinese per il kung fu a una nostalgica rivisitazione
del passato del suo Paese. Protagonisti di “The Grandmaster” sono due maestri di arti
marziali, lui proveniente dal Sud della Cina, lei dal Nord. Il loro incontro avviene
in un momento cruciale per la storia del Paese, quando le tensioni interne rischiano
di sfociare nella guerra civile e si addensano le minacce esterne, quelle che porteranno
all’invasione giapponese e alla seconda guerra mondiale. Film di emozioni e di grandi
sentimenti, “The Grandmaster” lavora sulla profonda interazione fra gli spazi e i
corpi attoriali che li attraversano. Acrobatico, adrenalinico e nostalgico, non lascerà
sicuramente indifferente il pubblico che di qui a poco lo vedrà nelle sale. Il film
di Wong Kar Wai precede altri 23 titoli che nei prossimi giorni animeranno le visioni
e le discussioni nei grandi spazi della Berlinale, come sempre accogliente, perfettamente
organizzata e con un programma denso di alcune centinaia di film da tutti i Paesi
del mondo, divisi fra le sezioni del Forum, di Panorama, del Giovane Cinema Tedesco,
di Generation, di Culinary Cinema, delle retrospettive e di altri importanti eventi
della kermesse berlinese. La scelta sarà ampia e come sempre tutti troveranno i loro
preferiti. E sicuramente nessuno sarà deluso. (Da Berlino, Luciano Barisone)