Siria: esplode la “questione armena” fra i profughi in Turchia
Nel lungo conflitto che sta dilaniando la Siria c’è un effetto collaterale: è esplosa
la questione degli armeni, che potrebbe avere conseguenze anche in Turchia e nel Caucaso.
La “settarizzazione” del conflitto siriano – in cui ogni gruppo sociale cerca la sua
strada di sopravvivenza – rischia di toccare in modo specifico la componente degli
armeni siriani, circa 100mila nel Paese, prima dell’inizio della guerra. Gli armeni
sono un popolo dalla forte identità etnica, culturale e religiosa (sono cristiani).
Dopo circa due anni di scontri, e data la progressiva destabilizzazione della Siria,
la popolazione armena è andata a ingrossare il flusso di profughi che stanno lasciando
il Paese. Mèta dei profughi è, per la gran parte, la madre patria Armenia, ma lo sono
anche le comunità della diaspora presenti in Europa, America, Canada, Australia. Come
appreso dall'agenzia Fides, passaggio obbligato quasi per tutti, in questo percorso,
è la Turchia: colonie di armeni provenienti dall’area di Aleppo e Latakia, ma anche
dalle città della Mesopotamia (Hassake, Deir Ezzor, Ras El Ein), sono giunte nelle
città turche trasfrontaliere come Antiochia, Sanliurfa, Gaziantep e anche Osmaniye,
Kahramanmaras e Adiyaman. I profughi siriani in Turchia, secondo cifre del governo,
sono oltre 200mila. Gli armeni che hanno lasciato la Siria sono, secondo alcune stime,
20mila, mentre altre fonti diplomatiche sostengono che, nel complesso, il numero arrivi
fino a 50mila. I rifugiati armeni in Turchia ora chiedono alle autorità turche di
poter varcare la frontiera con l’Armenia, che la Turchia ha chiuso dal 1993 (i due
Paesi non hanno relazioni diplomatiche). I profughi desiderano raggiungere l’Armenia,
dove possono trovare accoglienza adeguata, sicurezza, possibilità di alloggio, lavoro
e istruzione. Le autorità turche per ora non hanno concesso l’autorizzazione. Come
riferito all'agenzia Fides, Ong e associazioni di armeni nella diaspora, specialmente
negli Stati Uniti (“Armenian Relief Network”, “Mission Armenia” e altre) hanno lanciato
una campagna di pressione e una raccolta di firme per chiedere al governo turco di
“lasciar andare gli armeni”. Le Ong chiedono l’intervento del Presidente Obama per
intercedere sul Premier turco Erdogan. Padre Domenico Bertogli, missionario cappuccino
in Turchia, residente ad Antiochia sull’Oronte, commenta a Fides: “In città vediamo
molti profughi siriani, data l’estrema permeabilità delle frontiere con la Siria.
Alcune famiglie cristiane si fermano per poi cercare di raggiungere l’Europa. La questione
dei rifugiati armeni l’abbiamo sentita dai mass media. Credo che, alla fine, il governo
turco potrà chiudere un occhio e lasciarli andare”. La “questione armena” è tuttora
un nervo scoperto nei rapporti fra Turchia la comunità internazionale, data l’annosa
controversia del riconoscimento del genocidio armeno del 1915. (R.P.)