Napolitano visita San Vittore: "Carceri italiane: condizioni insostenibili"
Il sovraffollamento carcerario è uno dei problemi più gravi in Italia per il quale
occorrono misure straordinarie. Così il presidente della Repubblica Napolitano ieri
in visita al carcere di San Vittore di Milano. Se il Parlamento lo avesse votato –
ha detto il Capo dello Stato – avrei firmato non una, ma dieci volte un provvedimento
di amnistia. Il servizio è di Paolo Ondarza:
E’ stata la
prima visita di un capo di stato nel carcere di san Vittore che oggi ospita 1600 detenuti.
Napolitano usa parole forti: fuori dall’istituto, interpellato dal radicale Cappato,
si dice favorevole ad un provvedimento di amnistia per il quale però – ricorda - occorre
un voto del Parlamento; dentro, in visita ai detenuti, denuncia il mancato rispetto
da parte dello Stato delle regole penitenziarie europee e della Costituzione, per
quanto riguarda la funzione rieducativa della pena. Sovraffollamento, condizioni degradanti,
episodi di violenza e autolesionismo: dopo tanti appelli inascoltati Napolitano torna
ad elencare le voragini del sistema carcerario italiano, spera che le sue parole
siano accolte da chi gli succederà al Quirinale ed esorta le parti politiche e gli
elettori ad una valutazione serena senza pregiudiziali liquidatorie perché- spiega
- in gioco c’è il prestigio e l’onore dell’Italia. Di condizioni inaccettabili parla
anche Giovanni Tamburino, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria:
Oggi sono 65
mila i detenuti nelle carceri italiane, 22 mila in più rispetto ai posti disponibili.
Il tasso di sovraffollamento è il più alto dell’Ue. Più che risolvere un problema
di spazio, occorrerebbe maggiore attenzione al principio di proporzionalità della
pena secondo Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia, sempre
al microfono di Federico Piana:
Le parole di
Napolitano diano una scossa salutare alla classe politica commenta il sindacato della
Polizia Penitenziaria Sappe. Da parte sua il ministro Severino chiede che l’emergenza
sia prioritaria nella prossima attività parlamentare.