"Una celebrazione intima
ma molto commovente". S.E. Mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma, ha accompagnato
un gruppo di pellegrini a Trabzon, in Turchia, per ricordare Don Andrea Santoro, il
sacerdote Fidei Donum impegnato nella promozione del dialogo
tra cristiani e musulmani, ucciso sette anni fa mentre pregava nella parrocchia di
S. Maria. "Don Andrea continua ad essere un esempio straordinario non solo per questo
paese se rileggiamo la sua vita alla luce dell'Anno della Fede", spiega il presule.
"Con il suo rigore personale, il coraggio e la disponibilità a mettersi in viaggio,
per di più ad una età in cui abitualmente ci si ritira, credo sia una grandissima
testimonianza. L'impegno in queste terre dove i primi cristiani si sono recati
per diffondere il Vangelo - continua Mons. Zuppi - è di continuare a costruire ponti.
Mi ha colpito molto venire qui e vedere come la gente comune incoraggi a visitare
questi luoghi per superare i pregiudizi culturali. Mi sono pure reso conto di come
don Andrea avesse portato davvero l'essenziale. Nel tempo di Quaresima alle porte,
riscopriamo questa sobrietà, rimettendoci in cammino con spirito non rinunciatario,
in compagnia della Chiesa. Che la Chiesa ci sia vicino attraverso il deserto di amore
presente in tante situazioni di vita". Il padre cappuccino Roberto Ferrari, nel
sud della Turchia da sessant'anni, parla di "don Santoro come persona generosa, comprensiva,
ospitale". E la sorella Maddalena ricorda ciò che il missionario aveva più a cuore,
che la gente si accostasse a Gesù per fede, senza necessità di proselitismo, perché,
diceva: "Non dobbiamo convertire, ma convertirci".(di Antonella Palermo)