Benedetto XVI: nei Paesi in guerra, le popolazioni siano protagoniste di un avvenire
di pace
“Perché le popolazioni che sperimentano guerre e conflitti possano essere protagoniste
della costruzione di un avvenire di pace”: è questa l’intenzione di preghiera missionaria
del Papa per il mese di febbraio. Benedetto XVI mette, dunque, l’accento sul ruolo
che i popoli hanno nel costruire la pace. Un’esperienza vissuta negli anni '90 in
Mozambico, come sottolinea il missionario comboniano, padre Graziano Castellari,
per 45 anni nel Paese africano. L’intervista è di Alessandro Gisotti:
R. – Io ho
vissuto 8 anni della guerra in Mozambico. Ho sentito sulle mie spalle e sul mio cuore
questo problema della guerra che non finiva mai e anche le sofferenze della popolazione.
E’ necessario pregare perché, in queste situazioni, solo il buon Dio ci può aiutare!
Pregare è una cosa molto buona e molto necessaria.
D. – Dopo la fine della
guerra c’è tanto da fare, ricostruire un po’ tutto… Lei questo lo ha sperimentato.
Ancora adesso è così per il Mozambico, vero?
R. – La guerra è finita, il cammino
per la pace è stato vero, reale. Però c’è ancora un’altra guerra, la guerra della
miseria, la guerra della povertà, la "guerra" della costruzione di un Paese più giusto
e più equo.
D. – Il Papa sottolinea il ruolo delle popolazioni, mentre a volte
si ha l’idea che la pace debba venire dall’alto…
R. – Certamente. Nella situazione
concreta del Mozambico il popolo si muove e lavora, c’è tanta gente che vuole studiare.
Anche il fatto di essersi riappacificati, anche questo è un atto eroico, un atto di
buona volontà.
D. – Quale messaggio di speranza può dare l’esperienza del Mozambico,
che lei ha vissuto e visto in prima persona, a popolazioni che oggi sperimentano una
guerra che sembra senza fine? Il pensiero va immediatamente alla Siria…
R.
- Il messaggio del Mozambico è chiaro: hanno desiderato la pace e l’hanno realizzata.
Io mi ricordo la fine della guerra: il giorno che hanno firmato gli accordi di pace
di Roma, ho fatto 60 km, con un camioncino pieno di gente, per andare ad annunciare
a tutti, per andare a cantare e a dire a tutti: la guerra è finita! Per i popoli che
sembra non abbiano speranza, anche per loro c’è una speranza!