2013-02-04 20:03:08

Concerto in onore del Papa e di Napolitano: tra Chiesa e Stato italiano cooperazione per il bene comune


Sette anni di esperienze e riflessioni condivise. Così, Benedetto XVI e il presidente italiano, Giorgio Napolitano, hanno definito la strada percorsa insieme fino ad oggi e suggellata dall'84.mo anniversario della firma dei Patti Lateranensi. L’occasione è il concerto offerto, ieri sera in Aula Paolo VI, dall’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede proprio per questa ricorrenza. Eseguite la sinfonia dalla "Forza del destino" di Giuseppe Verdi e la Sinfonia n. 3 di Beethoven da cui il Papa ha tratto spunto per riflettere sulla prospettiva dell'amore divino offerta all’uomo dalla fede. Sul podio dell’Orchestra del "Maggio Musicale Fiorentino", il maestro Zubin Mehta. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

E’ tangibile l’emozione nell’Aula Paolo VI per un concerto che è molto più che l’avvio delle celebrazioni per l’anniversario della firma dei Patti lateranensi. A precederlo un incontro in cui il Papa - secondo una nota della Sala stampa vaticana - ha manifestato, tra l’altro, al capo dello Stato italiano la ''sua attenzione e partecipazione per gli importanti appuntamenti che attendono prossimamente il popolo italiano”. Un incontro, si legge, particolarmente intenso nel contesto dell'avvicinarsi al compimento del settennio presidenziale, caratterizzato, come è noto, dalla grande stima reciproca. Ed è il presidente Napolitano stesso a ricordarlo prendendo la parola, visibilmente commosso, prima del concerto. Richiamandosi proprio ai Patti lateranensi, in una sorta di pubblico commiato, Giorgio Napolitano, ricorda la lunga strada percorsa verso una "serena e fiduciosa cooperazione tra Stato e Chiesa al servizio del bene comune", ma anche le occasioni di incontro, ascolto e dialogo reciproco sempre “motivo di arricchimento”:

"Continueremo, Santità, come italiani, in qualunque posizione, a prestare attenzione ai Suoi messaggi, a trarne motivo di riflessione e fiducia".

E' quella “condivisione di esperienze e riflessioni” a cui accenna, subito dopo il concerto, anche il Papa, che nella sua riflessione poi va al cuore della musica ascoltata. L’omaggio a Giuseppe Verdi è dovuto, nell’anno del bicentenario della sua nascita; un musicista che, ricorda Benedetto XVI, colpisce per la capacità di tratteggiare, con rara incisività, le situazioni della vita, soprattutto i drammi dell’animo umano. Il destino dei suoi personaggi è sempre tragico, ed è così anche nella "Forza del destino":

"Ma affrontando il tema del destino, Verdi si trova ad affrontare direttamente il tema religioso, a confrontarsi con Dio, con la fede, con la Chiesa; ed emerge ancora una volta l’animo di questo musicista, la sua inquietudine, la sua ricerca religiosa".

Due storie di conversioni sono in quest’opera e anche un finale volutamente modificato dall’autore per terminare nella prospettiva del perdono e dell’invocazione a Dio:

"Qui è disegnato il dramma dell’esistenza umana segnata da un tragico destino e dalla nostalgia di Dio, della sua misericordia e del suo amore, che offrono luce, senso e speranza anche nel buio. La fede ci offre questa prospettiva che non è illusoria, ma reale".

Diverso il riferimento conclusivo a Beethoven, nella cui terza Sinfonia e in particolare nell’episodio centrale della "Marcia funebre", il Papa scorge un’apertura alla riflessione sull’al di là, sull’infinito:“La ricerca di senso che apra ad una speranza solida per il futuro - afferma - fa parte del cammino dell’umanità”.







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