Tweet del Papa ai religiosi: siate seguaci poveri, casti e obbedienti di Gesù
“Un mio pensiero affettuoso va oggi a ogni religiosa e religioso: possano sempre seguire
Cristo fedelmente nella povertà castità e obbedienza”. Con questo tweet, pubblicato
nella tarda mattina di oggi, Benedetto XVI ha offerto un “assaggio” della sua riflessione
per l’odierna Giornata mondiale della Vita consacrata. Giornata che vivrà il culmine
oggi pomeriggio con la Messa solenne che il Papa presiederà in San Pietro alle 17.30.
Alessandro De Carolis ricorda nel suo servizio alcuni pensieri del Pontefice
rivolti in questi anni ai religiosi e alle religiose del mondo:
La si può vedere
come si vuole, ma il mondo che oggi non vedesse lungo le sue strade e le sue città
– nelle scuole, negli ospedali, tra camper e favelas, fra vecchi e nuovi poveri, immigrati
di ieri e di oggi – la gratuità dei francescani, o l’antica saggezza dei benedettini,
o non avesse mai visto nascere, e visto vivere e agire, un Filippo Neri e un Giovanni
Bosco, una Teresa d’Avila e una Teresa di Lisieux, o chi oggi, ricevendo aiuto nelle
strutture da loro fondate, dovesse immaginarsi privo del sorriso di un Luigi Orione
o una Teresa di Calcutta – e mille altri nomi si potrebbero fare – sarebbe un mondo
di una miseria infinita, animato certo dalla generosità di qualche filantropo ma più
probabilmente schiacciato da un dilagante egoismo. Perché la carità e la dedizione
cristiane, e la mole di bene che esse producono ogni giorno, sono cosa ben al di là
delle più ben disposte intenzioni umane. A meno che quelle intenzioni non siano animate
da Cristo stesso. E questo sono da sempre i religiosi nel mondo, portatori sani di
quell’amore che sembra scaturire direttamente da una pagina di Vangelo, come tante
volte ricordato da Benedetto XVI:
“Al di là delle superficiali valutazioni
di funzionalità, la vita consacrata è importante proprio per il suo essere segno di
gratuità e d’amore, e ciò tanto più in una società che rischia di essere soffocata
nel vortice dell’effimero e dell’utile. La vita consacrata, invece, testimonia la
sovrabbondanza d’amore che spinge a perdere la propria vita, come risposta alla sovrabbondanza
di amore del Signore, che per primo ha perduto la sua vita per noi”. (Omelia
Festa Vita consacrata, 2 febbraio 2010)
Si può essere di Cristo in molti
modi. E si può imitare Cristo radicalmente, ha affermato il Papa, in una “totale sequela
di Lui”:
“Con il loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato,
ma in realtà sempre più alla ricerca d'un senso, che Dio è il Signore dell'esistenza.
Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità per il Regno dei cieli, mostrano
che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente
il cuore”. (Omelia Festa Vita consacrata, 2 febbraio 2007)
Per certo mondo
di oggi, che guarda come a un folle chi sceglie di essere volontariamente povero,
che ironizza su chi vuole essere casto e disprezza la scelta di voler obbedire, la
vita religiosa è fonte di provocazione. E, come sempre, di grande fascino. Perché
se le vocazioni calano in Occidente non è così ad altre latitudini. È come dire che,
in un mondo che vorrebbe fare a meno delle regole, ci sono Regole scritte magari mille
anni fa che continuano a essere un “format” ineguagliato:
“Sappiate orientare
con la sapienza della vostra vita, e con la fiducia nelle possibilità inesauste della
vera educazione, l’intelligenza e il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo
verso la ‘vita buona del Vangelo’”. (Omelia Festa Vita consacrata, 2 febbraio
2011)
Sull’importanza dell’annuale incontro dei religiosi con il Papa,
la collega della redazione brasiliana della nostra emittente, Cristiane Murray,
ha sentito il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per
gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica:
R. – Noi sentiamo
che in questo momento i carismi che vengono dalla storia della Chiesa – alcuni di
questi risalgono a circa un millennio, un millennio e mezzo, come nel caso della vita
monastica – sono doni preziosi. Anche i nuovi carismi sono doni preziosi della Chiesa
e sono anche manifestazioni dello Spirito. Naturalmente, per tanti Ordini, per tante
famiglie religiose, c’è l’accumulo di molti elementi storici o elementi della tradizione
della cultura, che alle volte non servono più, e che a volte nascondono anche la freschezza
dello Spirito, la novità e bellezza della vita cristiana. E in questo senso, queste
giornate della vita consacrata, aiutano moltissimo. La vita consacrata è anche uno
dei cammini che i giovani cercano: c’è però bisogno che trovino qualcosa di vero,
di profondo, di autentico. Quante volte oggi i giovani pensano di avere una di queste
vocazioni, vanno e dopo non trovano quella luce che si aspettavano? Non parlo di un
sogno, ma di una luce vera della quale bisogna che quella tale famiglia, quel tale
carisma religioso sappia donare. Sono veramente contento allora che questi momenti
per noi siano sempre momenti di esame di coscienza. Tante cose che già sono più purificate
esercitano ancora un’attrazione forte sui giovani. Quest’anno, anche la Giornata mondiale
della gioventù a Rio de Janeiro con il Santo Padre richiama all’esperienza della fede.
Per noi, nella vita consacrata, tutto questo è importantissimo, perché è un richiamo
a vivere la nostra vocazione di discepoli di Gesù attraverso i consigli evangelici
di povertà, castità e obbedienza, che devono essere sempre più veri e trasparenti.
Mi auguro che sia veramente uno stimolo per tutti.