2013-02-02 15:11:36

Plenaria dicastero Cultura. Ravasi:"Ascoltare i giovani per farli incontrare con Cristo"


RealAudioMP3 "Se l'Evangelizzazione non vuole essere legata solo al presente deve inziare a guardare alle nuove generazioni, a coloro che saranno gli adulti di domani". Così, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, spiega perchè il suo dicastero dedica la prossima Assemblea Plenaria (6-9 febbraio) proprio alle "Culture giovanili emergenti". Il porporato ha stabilito un dialogo con i giovani attraverso Twitter presentando i risultati nella conferenza stampa che ha illustrato la Plenaria. "Una critica ricorrente che i giovani rivolgono alla Chiesa è quella di essere sempre in ritardo rispetto alle domande, ai problemi dei giovani, anziché anticiparli come avveniva in passato. Dobbiamo saperli ascoltare per capire quali sono le loro priorità che spesso non coincidono con le nostre". "Il fenomeno giovanile è contraddittorio in certi atteggiamenti - spiega Ravasi - non è di facile decifrazione, ma, proprio per questo è indispensabile che noi pastori facciamo la fatica di metterci al loro livello per sentire com'é il battito della loro mente e del loro cuore". "Abbiamo bisogno di ridare spazio ai giovani nell'ambiente ecclesiale - aggiunge il porporato - altrimenti restiamo un mosaico a cui mancano alcune tessere fondamentali, il calore e il colore dei giovani". "Il nostro è un lavoro di analisi delle culture giovanili che ha due scopi. Dare ai ragazzi la consapevolezza che esistono dei grandi valori e far capire loro il rilievo estremo che può avere il cristianesimo. Molti giovani interessati alla religione mi dicono che noi preti non siamo più in grado di presentare loro la figura di Cristo". Durante la Plenaria p. Antonio Spadaro sj, direttore de La Civiltà Cattolica, creatore del blog www.cyberteologia.it, approfondirà i mutamenti generati, nei linguaggi e comportamenti dei giovani, dalla "Cultura digitale". "L'ambiente digitale plasma un modo di vivere l'esperienza che sempre di più diventa parte integrante della vita quotidiana dei giovani - spiega - è un nuovo contesto esistenziale, come l'hano definito i vescovi italiani. Quindi la rete influisce sulla capacità di vivere e di pensare. Crea una 'forma mentis' nuova, un linguaggio veloce, essenziale, pervasivo di una comunicazione interattiva e decentrata". "Sono mutamenti che richiedono un discernimento da parte della Chiesa - aggiunge Spadaro - per trovare Dio anche nell'ambiente digitale. La Rete è un luogo caldo dove l'uomo esprime i suoi desideri e le sue paure. Il Papa ci ha spiegato che se usate saggiamente le nuove tecnologie possono contribuire a soddisfare le domande di senso dell'uomo. La visione cristiana diverrà significativa nel Web se la Chiesa saprà non semplicemente trasmettere un messaggio ma condividere le esigenze dei giovani per poi annunciare loro il Vangelo". "Come ci ha spiegato il Papa non dobbiamo stare in Internet per essere al passo con i tempi - conclude Spadaro - ma per permettere alla ricchezza del Vangelo di esprimersi in forme compensibili da tutti. Come ha spiegato il card. Bagnasco non dobbiamo avere pregiudizi verso quesa nuova frontiera. Contrapporre i media tradizionali a quelli moderni è la scelta peggiore, dobbiamo lavorare all'integrazione. La tradizione è la salvaguardia del fuoco non l'adorazione delle ceneri, come diceva Mahler". (A cura di Fabio Colagrande)








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