Kamikaze contro ambasciata Usa ad Ankara: oltre all’attentatore, morta una guardia
e una giornalista
“Forte condanna” della Nato per “l'atroce attentato” di ieri ad Ankara: un kamikaze
si è fatto esplodere davanti all'ambasciata Usa, uccidendo oltre a se stesso una guardia
turca e ferendo gravemente una giovane giornalista. Il servizio di Fausta Speranza:
Colpito
un Alleato, nel territorio di un altro alleato: è il commento del segretario generale
dell'Alleanza atlantica, Rasmussen. Il terrorismo torna a colpire gli interessi occidentali
in Turchia a dieci anni dall'ondata di attacchi di Al Qaeda nel 2003 a Istanbul contro
il consolato britannico, una banca inglese e due sinagoghe, con 72 morti. Ma per l’attacco
di ieri i sospetti vanno al gruppo di estrema sinistra che si definisce il Partito-Fronte
Rivoluzionario Popolare di Liberazione. Si tratta di una formazione anti-imperialista
e anti-Nato, vicina alla causa del separatismo curdo. Da parte sua, il premier Erdogan
parla di terrorismo che deve essere combattuto “insieme, ovunque nel mondo”. In questo
momento Ankara appare all'incrocio di diverse crisi a rischio terrorismo. Quella dei
ribelli curdi del Pkk. Quella siriana, che vede la Turchia schierata al fianco dei
ribelli sunniti anti-Assad, fra cui cresce l'influenza dei gruppi jihadisti vicini
ad Al Qaeda. Indubbiamente la tensione è alta: basterebbe il ricordo dell'attentato
in Libia, costato la vita all'ambasciatore Chris Stevens l'11 settembre scorso.