A Roma una messa in ricordo dei senza dimora morti nella capitale
Trent’anni fa moriva a Roma, per mancanza di soccorsi, Modesta Valenti, una donna
senza dimora che viveva nei pressi della Stazione Termini. Domenica, per iniziativa
della Comunità di Sant’Egidio, nella Basilica di S. Maria in Trastevere è stata celebrata
una messa in ricordo di Modesta e di tutti i senza tetto scomparsi nella capitale.
Roberta Calderazzo ha chiesto a Francesca Zuccari della Comunità perché
è importante ricordare le storie di queste persone:
R. – Perché
sono piccole storie, che sarebbero dimenticate, di persone che hanno vissuto nella
nostra città, anche con grande sofferenza, e che noi invece vogliamo ricordare perché
la loro vita è una vita importante per tutti. Sono persone con una grande dignità
tante volte umiliata e dimenticata.
D. - Queste persone non hanno più legami
familiari, hanno perso tutto. Chi si occupa di loro e in che modo voi intervenite?
R.
– Noi abitualmente andiamo nelle stazioni ferroviarie, nei posti dove queste persone
trovano riparo e dove vivono isolate. Cerchiamo di avvicinarle, di aiutarle nelle
loro necessità, di fare in modo che possano riprendere in mano la loro vita, nell’amicizia
e nella simpatia.
D. – Il fenomeno dei senza dimora è un fenomeno in aumento.
Cosa devono fare le istituzioni e cosa può fare la società civile? R. – Innanzitutto
possiamo tutti fare qualcosa, possiamo fermarci a parlare con loro, aiutarli nelle
piccole necessità, aiutarli a vivere nella città in modo più dignitoso. Le istituzioni
possono aiutare queste persone trovando soluzioni alternative alla loro vita o con
altri servizi organizzati. Anche il volontariato organizza le mense, i posti dove
si può dormire, ma serve il concorso di tutti per aiutare queste persone a ritornare
ad una vita dignitosa.