Mons. Crociata: non voto apporto negativo, attenzione a famiglia e lavoro
La risposta di carità della comunità cristiana di fronte alle crisi, l’appello contro
l’astensionismo alle prossime elezioni, la difesa della famiglia: sono i temi forti
della conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale
permanente della Conferenza episcopale italiana, svoltosi dal 28 al 30 gennaio. Ad
intervenire, ieri nella Sala Marconi della Radio Vaticana, il segretario generale
della Cei, mons. Mariano Crociata che ha sottolineato anche l’importanza di un profilo
più missionario delle parrocchie. Il servizio di Debora Donnini:
E’ il buon
Samaritano l’immagine che questa sessione del Consiglio episcopale permanente della
Cei usa per descrivere la Chiesa “attenta a farsi carico delle necessità della gente”,
dice il comunicato finale. Gli effetti della crisi economica, il dramma della disoccupazione
specie giovanile, l’indigenza, sono temi che stanno a cuore ai vescovi. Sul fronte
politico, chiedono infatti che ”scongiurato il baratro”, i sacrifici affrontati aprano
ad un “improcrastinabile rilancio”. Da qui l'apprezzamento per quanti, ''aziende e
dipendenti accettano forme di solidarietà volte ad aiutarsi reciprocamente. Tale generosità
- avvertono i vescovi – non può però distogliere chi ha precise responsabilità”, a
partire dall'ente pubblico, in termini di sprechi di denaro e di risorse. La prospettiva,
però, è più ampia, perché si tratta di rilanciare la proposta cristiana, con la sua
visione antropologica, da cui nasce la difesa della famiglia, “capitale impagabile”,
e il richiamo ad uno Stato che non sia “groviglio di interessi” ma “rete di relazioni”,
e ad un'Unione Europea che non poggi "semplicemente sull’unità economica e politica”.
Lo sguardo dei vescovi è, quindi, rivolto alle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio,
con una forte esortazione a partecipare al voto. Mons. Crociata:
“La
non partecipazione è sempre già un apporto negativo: indebolisce, se possibile fa
crescere le forze negative nei confronti della ricerca del bene comune. Bisogna superare
allergie ed insoddisfazioni anche profonde”.
Quindi i vescovi hanno ribadito
che “le iniziative introdotte a caro prezzo dal governo per ridare affidabilità” al
Paese devono essere “la base per un rilancio indifferibile”. Nel decidere a chi dare
il voto, sottolinea mons. Crociata, i cattolici debbono tenere ben presenti i "valori
non negoziabili" e su questa base scegliere il meglio possibile concretamente, "senza
farsi ingannare dagli imbonitori” che propongono soluzioni facili, ma valutando il
quadro complessivo:
“L’invito, dunque, è ad avere questa visione di società,
di bene comune che guardi alla crescita: alla crescita economica, al rilancio, ed
alla crescita di tutte le dimensioni della persona e della società, tenendo fermo
ciò che è imprescindibile. Senza quell’imprescindibile non c’è altro bene che possa
essere promosso, perché è una promessa illusoria di bene senza quel bene fondante.
Al
centro della riflessione dei vescovi anche l’esortazione ad un profilo più missionario
delle parrocchie, con la necessità di annunciare Gesù Cristo, e la catechesi come
“via di riscoperta dell’identità cristiana”. E ancora la preparazione dei seminaristi
e la formazione permanente dei sacerdoti hanno portato a fissare un’Assemblea generale
straordinaria dedicata a questi argomenti per il novembre 2014. Il presidente della
Cei, cardinale Angelo Bagnasco, è stato poi nominato presidente del Comitato per il
Progetto culturale della Cei. Il porporato prende dunque il posto del cardinale Camillo
Ruini, suo predecessore. Ancora, approvata la Nota pastorale sul valore e la missione
degli oratori, avvertiti come percorso privilegiato per la trasmissione della fede.
Una riflessione è stata dedicata anche all’Imu: il Consiglio permanente “verificato
che in questo campo alcune questioni rimangono aperte”, ribadisce di non volere difendere
privilegi, ma vedere riconosciuto il valore sociale delle attività svolte da enti
no profit, tra i quali quelli ecclesiastici. “Abbiamo sempre detto che la Chiesa paga
le tasse e le ha sempre pagate” , ha detto in conferenza stampa mons. Crociata rispondendo
ad una domanda di un giornalista. “Come sempre, rispetteremo la nuova normativa”,
ha assicurato, precisando però che quando i vescovi sottolineano il “valore sociale”,
si riferiscono alla necessità di “garantire il servizio svolto da tanti nostri enti
ecclesiastici che svolgono attività non di tipo commerciale”.