2013-02-01 15:57:14

Il nuovo patriarca caldeo Louis Raphaël I Sako: lavorerò per il dialogo. Card. Sandri: scelta di speranza


Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Caldea, convocato dal Santo Padre a Roma il 28 gennaio 2013, sotto la presidenza del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha canonicamente eletto patriarca di Babilonia dei Caldei mons. Louis Sako, finora arcivescovo di Kerkūk dei Caldei. Il nuovo patriarca succede al cardinale Emmanuel III Delly ed ha assunto il nome di Louis Raphaël I Sako. Il nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei è nato a Zākhō (Iraq) il 4 luglio 1948. A Mossul ha compiuto gli studi primari, frequentando poi il locale Seminario di St. Jean, tenuto dai Padri Domenicani. Ordinato sacerdote il 1° giugno 1974, ha svolto il servizio pastorale presso la Cattedrale di Mossul fino al 1979. Inviato a Roma, ha frequentato il Pontificio Istituto Orientale, conseguendo il dottorato in Patrologia Orientale. Successivamente ha conseguito il dottorato in Storia presso la Sorbona di Parigi. Rientrato a Mossul nel 1986, è stato nominato parroco della Parrocchia del Perpetuo Soccorso. Dal 1997 al 2002 ha ricoperto l’ufficio di rettore del Seminario patriarcale di Baghdad. Rientrato a Mossul ha ripreso la guida della Parrocchia del Perpetuo Soccorso fino alla elezione ad arcivescovo di Kerkūk il 27 settembre 2003. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 novembre successivo. Ha pubblicato alcuni libri sui Padri della Chiesa e diversi articoli. Oltre all’arabo e al caldeo, conosce la lingua tedesca e parla francese, inglese e italiano. Sergio Centofanti ha chiesto al nuovo patriarca Louis Raphaël I Sako come ha accolto questa nuova responsabilità:RealAudioMP3

R. – Sono molto commosso e timoroso di fronte a questa responsabilità così pesante, perché la situazione della Chiesa caldea è difficile e difficile è la situazione politica in Iraq. Ma con l’aiuto del Signore e la preghiera e l’appoggio dei vescovi, faremo il possibile per mantenere la nostra presenza cristiana e ricostruire la Chiesa caldea e l’Iraq, per collaborare con tutte le persone di buona volontà per operare la riconciliazione, rafforzare la convivenza armonica tra gli iracheni. Io sarò lì non solo per i cristiani, ma anche per i nostri fratelli musulmani. Farò tutto per l’Iraq.

D. – Qual è la situazione dei cristiani in Iraq, oggi?

R. – La situazione in Iraq è molto tesa; la sicurezza non è assicurata e va peggiorando con le divisioni tra i gruppi politici. Ma noi faremo da ponte per il dialogo, perché le parti possano negoziare tra loro per trovare una soluzione buona per tutti.

D. – C’è paura del fondamentalismo islamico che cresce?

R. – Sicuramente; ma anche i musulmani devono comprendere che la religione non deve essere politicizzata: la religione dev’essere aperta. Dunque, fede vuol dire amore, servire … Per il bene dell’islam devono eliminare tutto quello che è violenza.

D. – Come considera lei la cosiddetta “Primavera araba”?

R. – Per me, non è una vera primavera, perché un cambiamento non può avvenire tramite la violenza, distruzioni, esecuzioni e morte. Un cambiamento può avvenire solo tramite il dialogo: il dialogo è la maniera più civile per fare riforme. Non c’è futuro con la violenza: tutti devono capire questo! Con le bombe, con la morte, con la distruzione non c’è futuro! C’è futuro solo con il dialogo.

D. – Che appello lancia alle comunità cristiane del mondo per l’Iraq?

R. – Di aiutarci e di pregare per noi. La loro vicinanza, la loro solidarietà morale e spirituale ci daranno un grande sostegno per perseverare, per rimanere in queste terre e per testimoniare la nostra fede.

Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in questi giorni ha seguito con grande attenzione i lavori del Sinodo. Sergio Centofanti lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Per me è stata un’esperienza veramente molto profonda di spiritualità, di condivisione fraterna con i vescovi, di ascolto, di dialogo con loro. Ho visto come loro poco a poco – e certamente è l’azione dello Spirito Santo – sono arrivati a questa elezione. Per me è un motivo di grande gioia: mi pare che sia una scelta che possa dare speranza alla Chiesa caldea in Iraq e anche a tutti quelli che vivono nella diaspora. Pertanto, la mia gioia è condivisa con i vescovi e si fa preghiera, anche, per il futuro, per la persona del nuovo Patriarca, per il suo ministero – per il quale egli stesso ha chiesto ai vescovi aiuto, fraternità, vicinanza, sostegno – affinché sia per il bene della Chiesa caldea e di tutta la Chiesa universale. E’ una persona preparata, soprattutto una persona che ha vissuto vicino al sangue dei martiri, di tutti coloro che hanno sofferto la violenza: anche non cristiani, anche musulmani. E’ quindi una persona che porta con sé una grande ricchezza che servirà molto alla Chiesa.

D. – Quali sono stati i temi principali al centro dei lavori del Sinodo?

R. – Ognuno ha potuto esporre i problemi della propria diocesi. Come noto, l’Iraq è in una fase di ricostruzione che costa molto, molto dolore, molto impegno nella ricerca del dialogo nella vita civile. Poi, ciascuno ha potuto esporre la situazione delle proprie diocesi, esaminare i problemi … E’ impegnativo promuovere la partecipazione dei laici come parte attiva nella vita della Chiesa. Non mi soffermo sull’importanza dei religiosi e delle religiose, soprattutto i sacerdoti collaboratori dei vescovi. Tutta questa tematica nell’Anno della Fede è stata rivista da loro, in questo Sinodo, illuminati anche dall’Esortazione apostolica della Chiesa per il Medio Oriente consegnata dal Papa in Libano nel settembre scorso. Sarà un aiuto per andare avanti affrontando tutto questo arco di problemi: civili, sociali, soprattutto ecclesiali e anche del dialogo ecumenico e interreligioso.







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