Rifugiati in Italia, accogliere non 'parcheggiare' . L'Unhcr, "serve piano nazionale
integrazione".
"Dovremmo provare
tristezza e vergogna di fronte alla tragica morte di due rifugiati somali in un rogo
in pieno centro di Roma. Sentimenti che dovrebbero trasformarsi in un grido per aprire
gli occhi e le coscienze di coloro che hanno il dovere di governare queste situazioni".
Lo afferma p. Giovanni La Manna sj, presidente dell'Associazione Centro
Astalli di Roma (sede italiana del Jesuit Refugee Service). "Scampare
a una guerra, riuscire ad arrivare vivi in Italia, per poi morire così - prosegue
il religioso - è davvero senza giustificazioni e deve portarci a crescere nella volontà
di accogliere e non semplicemente 'parcheggiare' i rifugiati, accogliere in maniera
progettuale e dignitosa per favorire una loro vera integrazione". "Manca una volontà
del Governo italiano di gestire questa situazione - prosegue La Manna - e ormai sono
parecchi in tutte le città italiane, compresa Roma, gli insediamenti abusivi in edifici
occupati che sono vere e proprie bombe ad orologeria". "Come cristiani non abbiamo
alibi. La Chiesa non perde occasione per ricordare a chi ci governa che si deve porre
la parola fine a questa vergogna". "Nelle grandi aree metropolitane italiane ci
sono migliaia di persone che godono di protezione internazionale ma vivono in condizioni
di degrado e disagio, molti sotto il livello di povertà" spiega Laurens
Jolles, delegato per il Sud-Europa dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati.
"E' un grande problema che non riguarda l'accesso al territorio o all'asilo o alla
protezione - spiega Jolles - ma la fase successiva, è quello che accade dopo che
non funziona. I posti nel sistema di accoglienza per i rifugiati non sono abbastanza,
sono tremila a fronte di una richiesta per circa diecimila". "Questo sistema dovrebbe
dare loro i mezzi per integrarsi nella società, per poter offrire un contributo alla
nuova comunità". "Abbiamo cercato di coinvolgere le forze politiche che sono in campagna
elettorale in Italia - spiega il delegato dell'Unhcr - chiedendo loro di inserire
in agenda questi temi. Auspichiamo che il prossimo governo italiano abbia la forza
politica e morale di affrontare questa emergenza e riflettere su un piano nazionale
di integrazione. Servono più attenzione e risorse per scongiurare questi casi
drammatici, che rischiamo di diventare sempre di più a causa della crisi economica".
(A cura di Fabio Colagrande)