2013-01-31 15:17:13

Convegno a Roma sui valori cristiani in politica


La tutela della vita umana e della famiglia, valori non negoziabili, è la base su cui costruire una politica ed una economia che garantiscano una società giusta. E’ questa la convinzione al centro della tavola rotonda “I valori cristiani nella politica. Le aspettative dei cattolici”, organizzata a Roma dal movimento culturale "Umanesimo Cristiano" in vista delle ormai prossime elezioni politiche. A fronte di una confusa campagna elettorale e del crescente numero di elettori indecisi, si chiede ai candidati di esplicitare chiaramente su quali principi si orienterà la propria azione. Paolo Ondarza ha intervistato Claudio Zucchelli, presidente di "Umanesimo Cristiano":RealAudioMP3

R. – Le nostre indicazioni sono rivolte a tutti coloro che si presentano nei vari schieramenti, ma si presentano con un’etichetta cattolica. Noi gli chiediamo soprattutto di dire con chiarezza che le loro scelte politiche saranno ispirate in primo luogo ai principi non negoziabili. Questa affermazione potrebbe anche portarli ad essere una minoranza, ma in quanto cattolici siamo chiamati alla testimonianza, al "martirio", cioè a pagare prezzi, qualunque essi siano. Dobbiamo dire: questa è la verità del Vangelo.

D. – In questo senso citate anche l’esperienza di altri Paesi, come Francia e Spagna…

R. – Noi abbiamo chiamato due cattolici, un francese e uno spagnolo, due giornalisti, perché cerchino di farci capire come sia potuto avvenire che la cattolicissima Spagna e la figlia maggiore del cattolicesimo, cioè la Francia, a un certo punto si siano, invece, incamminate verso scelte politiche contrarie ai principi fondamentali cristiani. Capire come è successo ed evitare che succeda anche in Italia. E, poi, l’obbiettivo è quello di avere un coordinamento internazionale tra i politici cattolici per chiedere con più forza che la politica in genere sia conforme al messaggio evangelico.

D. - Guardando all’attuale campagna elettorale, centrata principalmente sulle questioni strettamente economiche, vista l’urgenza della crisi, che spazio hanno i valori cristiani?

R. – Molto poco. L’urgenza della crisi ha in realtà indotto, a nostro avviso, una sorta di materialismo, per cui sembra che i problemi degli uomini siano solo i problemi economici e, invece, la spiritualità dell’uomo, cioè il suo valore spirituale profondo di essere umano viene messo in secondo piano. Questo purtroppo, nella negoziazione politica, fa sì che spesso i cosiddetti valori o principi non negoziabili siano in realtà molto negoziati, in particolare la famiglia, il matrimonio dei gay, le adozioni, il fine vita su quale i cristiani non possono negoziare nulla. I cristiani vogliono che la famiglia diventi il centro dell’economia e, quindi, il centro attorno al quale elaborare le politiche fiscali.

D. – Se va detto che i valori non negoziabili non sono al centro dei programmi politici delle varie coalizioni, va anche ammesso che la tutela di questi valori non è ritenuta così urgente da parte di tutti gli elettori cattolici? Inoltre secondo un recente sondaggio il 16% di questi ultimi è ancora indeciso sul voto…

R. - In effetti, vi è stato un battage politico in questi ultimi anni, che ha ribaltato il rapporto tra economia strumentale e valori irrinunciabili. Il compito di associazioni culturali come la nostra è esattamente quello di aiutare la gente a capire che questa sua indecisione, questa sua incertezza, deriva proprio dal fatto che gli è stato proposto un messaggio sbagliato. Prima la soluzione di problemi materiali e poi dopo, se c’è tempo, la realizzazione dei principi fondamentali. Invece, l’economia è uno strumento per il benessere e l’elevazione materiale dell’uomo e quindi è ovvio che non può che essere successiva alla affermazione dei valori dell’uomo.







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