La tutela della vita umana e della famiglia, valori non negoziabili, è la base su
cui costruire una politica ed una economia che garantiscano una società giusta. E’
questa la convinzione al centro della tavola rotonda “I valori cristiani nella politica.
Le aspettative dei cattolici”, organizzata a Roma dal movimento culturale "Umanesimo
Cristiano" in vista delle ormai prossime elezioni politiche. A fronte di una confusa
campagna elettorale e del crescente numero di elettori indecisi, si chiede ai candidati
di esplicitare chiaramente su quali principi si orienterà la propria azione. Paolo
Ondarza ha intervistato Claudio Zucchelli, presidente di "Umanesimo Cristiano":
R. – Le nostre
indicazioni sono rivolte a tutti coloro che si presentano nei vari schieramenti, ma
si presentano con un’etichetta cattolica. Noi gli chiediamo soprattutto di dire con
chiarezza che le loro scelte politiche saranno ispirate in primo luogo ai principi
non negoziabili. Questa affermazione potrebbe anche portarli ad essere una minoranza,
ma in quanto cattolici siamo chiamati alla testimonianza, al "martirio", cioè a pagare
prezzi, qualunque essi siano. Dobbiamo dire: questa è la verità del Vangelo.
D.
– In questo senso citate anche l’esperienza di altri Paesi, come Francia e Spagna…
R.
– Noi abbiamo chiamato due cattolici, un francese e uno spagnolo, due giornalisti,
perché cerchino di farci capire come sia potuto avvenire che la cattolicissima Spagna
e la figlia maggiore del cattolicesimo, cioè la Francia, a un certo punto si siano,
invece, incamminate verso scelte politiche contrarie ai principi fondamentali cristiani.
Capire come è successo ed evitare che succeda anche in Italia. E, poi, l’obbiettivo
è quello di avere un coordinamento internazionale tra i politici cattolici per chiedere
con più forza che la politica in genere sia conforme al messaggio evangelico.
D.
- Guardando all’attuale campagna elettorale, centrata principalmente sulle questioni
strettamente economiche, vista l’urgenza della crisi, che spazio hanno i valori cristiani?
R.
– Molto poco. L’urgenza della crisi ha in realtà indotto, a nostro avviso, una sorta
di materialismo, per cui sembra che i problemi degli uomini siano solo i problemi
economici e, invece, la spiritualità dell’uomo, cioè il suo valore spirituale profondo
di essere umano viene messo in secondo piano. Questo purtroppo, nella negoziazione
politica, fa sì che spesso i cosiddetti valori o principi non negoziabili siano in
realtà molto negoziati, in particolare la famiglia, il matrimonio dei gay, le adozioni,
il fine vita su quale i cristiani non possono negoziare nulla. I cristiani vogliono
che la famiglia diventi il centro dell’economia e, quindi, il centro attorno al quale
elaborare le politiche fiscali.
D. – Se va detto che i valori non negoziabili
non sono al centro dei programmi politici delle varie coalizioni, va anche ammesso
che la tutela di questi valori non è ritenuta così urgente da parte di tutti gli elettori
cattolici? Inoltre secondo un recente sondaggio il 16% di questi ultimi è ancora indeciso
sul voto…
R. - In effetti, vi è stato un battage politico in questi ultimi
anni, che ha ribaltato il rapporto tra economia strumentale e valori irrinunciabili.
Il compito di associazioni culturali come la nostra è esattamente quello di aiutare
la gente a capire che questa sua indecisione, questa sua incertezza, deriva proprio
dal fatto che gli è stato proposto un messaggio sbagliato. Prima la soluzione di problemi
materiali e poi dopo, se c’è tempo, la realizzazione dei principi fondamentali. Invece,
l’economia è uno strumento per il benessere e l’elevazione materiale dell’uomo e quindi
è ovvio che non può che essere successiva alla affermazione dei valori dell’uomo.