Venezuela: nota della Chiesa per i tragici eventi nel carcere di Uribana
“Dinanzi alla politica penitenziaria inefficace del governo, dinanzi al sovraffollamento,
alla mancanza di cibo adeguato, alla violenza incontrollata, ai ritardi procedurali
e all' umiliazione subita dalle famiglie, tra le altre cose, che continuano a colpire
i detenuti in Venezuela, la Chiesa cattolica non può rimanere inerte!”. E’ quanto
si legge nel comunicato pubblicato martedì, inviato all’agenzia Fides, della Commissione
nazionale per la Pastorale delle carceri della Conferenza episcopale venezuelana (Cev),
in cui esprime il suo dolore per i tragici eventi di Uribana e chiede di fare “un'indagine
su quanto è accaduto, in modo efficace, indipendente e imparziale, che permetta di
processare e punire i responsabili”. Il comunicato, intitolato "E' un momento di lutto
nazionale", si riferisce ai fatti violenti accaduti nel Centro penitenziario di Uribana,
dove il 25 gennaio, durante una rivolta di cui non sono ancora state chiarite le motivazioni,
sono morte 58 persone e 88 sono rimaste ferite. Il comunicato, dopo aver condannato
il potere delle bande interne nei Centri di detenzione e l'uso delle armi, ricorda
che lo Stato è chiamato a garantire la vita delle persone recluse.“Chiediamo al Governo,
ai sensi dell'articolo 272 della nostra costituzione, di impegnarsi più decisamente
per risolvere la crisi attuale delle carceri – prosegue il comunicato - e adottare
tutte le misure necessarie per evitare il ripetersi di questi eventi e per l'effettiva
garanzia di tutti i diritti umani dei detenuti in Venezuela”. La Commissione della
Cev chiede anche di ripristinare il permesso, ora sospeso, agli operatori pastorali
della Chiesa, di ingresso nei Centri di reclusione. Il documento conclude invitando
la comunità cristiana ad adoperarsi pastoralmente a favore del rispetto della dignità
umana di tutti. (R.P.)