Convegno sui diritti in Iran: società in crisi, economia in caduta verticale
Guardare all’Iran non solo per il suo programma nucleare, ma anche per la profonda
crisi economica, sociale e dei diritti umani in corso nel Paese. Se ne è parlato ieri
a Roma in un Convegno promosso dall'Associazione “Iran Human Right Italia”, durante
il quale sono stati evidenziati problemi come la pena di morte, gli arresti dei giornalisti
e degli oppositori del regime e il grave deterioramento delle condizioni della società
iraniana. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Liisa Liiematainen, giornalista
finlandese, profonda conoscitrice dell’Iran:
R. – In Iran
è in corso un attacco terrificante ai diritti umani, ma c’è anche un altro fenomeno,
completamente dimenticato: la crisi economica e sociale, il calo verticale dell’economia
iraniana; la chiusura delle fabbriche. Un deputato conservatore diceva che il sistema
produttivo iraniano è operativo solo al 30%. C’è un calo forte anche dei proventi
del petrolio e c’è una crisi, dunque, molto, ma molto diffusa e pesante. Quando si
parla dell’Iran bisogna ricordare che esiste anche la società, con tutti i suoi problemi
che vengono purtroppo spesso messi da parte. Si tende a vedere, infatti, solo l’attività
del governo, con il suo programma nucleare, con il suo conflitto interno per il potere,
ma non si vede la situazione del Paese, dei cittadini iraniani. Il problema è che
in Iran si tende a dare tutta la colpa al presidente Ahmadinejad. A giugno, ci saranno
le elezioni parlamentari, ma non c’è ancora una riflessione reale sulla crisi. Credo,
infatti, che la vera crisi sia nel fatto che chi è al potere non ha mai ristrutturato
l’economia. Chi ha guidato il Paese sapeva già, dopo la rivoluzione, che avrebbe dovuto
impostare l’economia non solo sul petrolio, invece non è mai stato fatto nulla. Adesso,
l’Iran è arrivato a una situazione molto pesante e molto dolorosa, prima di tutto
per i cittadini.