Indonesia: i vescovi approvano il nuovo regolamento statale sui conflitti sociali
e religiosi
Vi sarà maggiore coordinamento fra il governo centrale, le autorità civili locali,
la polizia e l’esercito per prevenire o fermare i conflitti sociali e religiosi che
agitano il vasto arcipelago indonesiano: è la novità introdotta dal Regolamento approvato
lunedì dal presidente Susilo Bambang Yudhoyono, che ha firmato l’“Istruzione del Presidente
della Repubblica 2/2013”. Come appreso dall'agenzia Fides, le nuove norme danno a
governatori, sindaci e reggenti maggiori poteri nella gestione dei conflitti fra comunità
diverse e della violenza di carattere sociale e religioso, tramite il coordinamento
delle politiche di sicurezza. Spiegando le ragioni del nuovo Regolamento, Yudhoyono
ha citato “violenze, disordini, conflitti sociali e religiosi, nonché gli atti di
terrorismo”, registrati nel 2012. Negli ultimi mesi il governo indonesiano è stato,infatti,
criticato “per non aver saputo gestire i conflitti sociali”. Fonti di Fides notano
che, fra le aree maggiormente sensibili vi sono le Molucche, i sobborghi della metropoli
Giakarta come Bogor e Bekasi, l’area della Papua indonesiana, l’isola di Sumatra.
Padre Benny Suseyto, segretario della “Commissione per il Dialogo Interreligioso”
nella Conferenza episcopale, riporta all’agenzia Fides la soddisfazione e le speranze
dell’episcopato indonesiano: “Siamo convinti sia un passo nella giusta direzione.
Il coordinamento fra governo, polizia, leader locali è essenziale: troppe volte in
passato questa carenza ha generato vittime e permesso che la violenza facesse gravi
danni. Le nuove norme gioveranno ai diversi contesti potenzialmente conflittuali”.
Padre Benny spiega a Fides: “Le cause principali dei conflitti sociali e religiosi
in Indonesia sono la provocazione e la manipolazione della religione per fini politici.
Spesso micro-conflitti locali non si sono potuti fermare per le deficienze della leadership
politica o per la mancata applicazione delle leggi esistenti”. Sull’impatto che le
nuove regole avranno sui gruppi estremisti, come l’Islamic Defenders Front (Fpi),
il Segretario afferma: “I gruppi estremisti islamici in Indonesia sono piccoli ma
rumorosi. Se c’è la volontà politica di fermarli, non possono nuocere. L’armonia sociale
e religiosa si può costruire”. In particolare, la Chiesa cattolica crede che “bisogna
agire, promuovere il rispetto della legalità e dei diritti umani, ma anche pregare
e dialogare con tutti”. (R.P.)